Il Tirreno, 23 gennaio 2000
Ambiente, Pianosa ci salverà
Sull'isola una stazione di monitoraggio del Cnr
MARINA DI CAMPO. Pianosa custodisce, forse, il segreto che salverà il Mediterraneo e le sue coste dall'incombente minaccia di tutti i principali fattori di cambiamento ambientale e climatico, registrati negli ultimi anni. Dall'ex Isola penitenziario più grande d'Italia potrà essere diffusa al mondo scientifico la formula che contrasterà il degrado degli ecosistemi terrestri.
Ne è convinto il mondo accademico, al punto da richiedere all'Ente parco, sotto la cui giurisdizione ricade il territorio pianosino (circa dieci chilometri quadrati) un'autorizzazione per dare il via al "Progetto di ricerca per l'agrometeorologia e l'analisi ambientale applicata all'agricoltura", approvato nell'ultimo consiglio. L'ha curato il Cnr, al quale hanno successivamente offerto la propria collaborazione il Global change research group dell'università di San Diego (California, Usa) e la National oceanographic atmospheric administration dell'università di Davis (California). Di che cosa, in definitiva, si tratta? Di realizzare sull'ex Isola del Diavolo una stazione attrezzata per il monitoraggio degli scambi che avvengono tra vegetazione terrestre ed atmosfera. In parole povere, riuscire a misurare lo scambio globale di massa ed energia tra ecosistemi terrestri ed atmosfera. E sembra che Pianosa conservi nei suoi anfratti e nella sua particolarità morfologia quelle notizie ed informazioni che potrebbero tradursi in un salvagente per l'intero bacino del Mediterraneo, attanagliato dalla morsa della desertificazione. Il mondo scientifico internazionale è convinto dell'eccezionale laboratorio che potrà essere l'ex carcere di massimna sicurezza. Per tre motivi. Il primo è l'evoluzione recente dell'Isola che ha seguito in modo quasi perfetto l'evolversi del territorio rurale e forestale del Mediterraneo. Il secondo è la straordinaria conformazione topografica dell'Isola, una piattaforma pianeggiate e totalmente priva di strutture orografiche di rilievo. Il terzo motivo è la totale assenza di emissioni gassose, inevitabilmente associate alla presenza dell'uomo.
Ecco spiegato il perché tanti riflettori si sono accesi su Pianosa. Dalla stazione di monitoraggio sull'Isola ci si attende notizie circostanziate. In particolare sapere se il degrado ambientale (dopo l'abbandono delle campagne da parte dell'uomo) può essere fermato o contrastato.
Ma soprattutto se il sistema naturale ha sufficienti risorse per ricolonizzare in modo equilibrato il territorio abbandonato. "Siamo appena agli inizi - dice il delegato del Comune di Campo nell'Elba, Giampaolo Soria - Pianosa può rivelarsi assai preziosa".
di Luigi Cignoni