Il Tirreno 16 febbraio 2001
DIRITTO DI REPLICA
D'Andria: "Dal carcere di Pianosa non spariva di tutto"
"Con grande stupore lo scrivente leggendo l'articolo in oggetto ha dovuto prendere atto della seguente notizia divulgata nella cronaca dell'Elba "Dal carcere di Pianosa spariva di tutto: era il periodo in cui la Casa circondariale si trovava in dismissione e forse qualcuno ne approfittò per impossessarsi di tutto ciò che capitava a mano, dai computers ai bottoni delle uniformi". Dal tenore delle citate affermazioni che sono state pubblicate senza aver interpellato questa Direzione, dalla quale dipende l'Ufficio Stralcio della ex C.R. di Pianosa, si potrebbe ricavare l'impressione che, durante le fasi della dismissione del Carcere pianosino, i beni dell'Amministrazione fossero alla mercè di chiunque in quanto non sottoposti alla vigilanza e ai controlli degli operatori penitenziari. In realtà, la quasi totalità dei materiali in stato di buona conservazione, sotto il coordinamento di alcune figure professionali e di un Ispettore Capo di Polizia Penitenziaria, furono ceduti gratuitamente ad altri Istituti Penitenziari attraverso una settantina di viaggi con mezzi terrestri e navali dell'Amministrazione.
Sull'Isola, dopo il completamento di queste laboriose attività di trasporto, rimase soltanto una minima parte di beni in pessimo stato di conservazione e, quindi, sottoposti alle procedure di fuori uso.
La vicenda descritta nell'articolo di stampa in oggetto fa riferimento a un isolato episodio, riguardante alcuni materiali rimasti sull'Isola, sul quale è in corso un procedimenti giudiziario non ancora definito.
Tale episodicità è provata dal fatto che non sono pervenute a queste Direzione altre segnalazioni di fatti analoghi.
Si può pertanto concludere, nel rispetto della verità storica documentata, che le complesse operazioni di smantellamento del carcere siano avvenute secondo modalità incompatibili con la notizia gionalistica, francamente gratuita, per cui 'Dal carcere di Pianosa spariva di tutto'.
Ciò corre precisare anche la tutela dell'immagine e della serietà lavorativa di tutte le figure professionali che hanno seguito le suddette operazioni, spesso permandendo sull'Isola di Pianosa con grandi disagi e sacrifici personali".
dr Pierpaolo D'Andria direttore Casa di reclusione Porto Azzurro