Il Tirreno, 13 agosto 2001
"Vogliamo il libero accesso a Pianosa"
Giuseppe Mazzei Braschi lancia un appello
in occasione della mostra fotografica sull'isola
"Anche noi pianosini siamo legati alle autorizzazioni"
PIANOSA. I campesi nati a Pianosa non ci stanno: vogliono libero accesso all'isola natale e la possibilità di risiedere stabilmente, in almeno 100 persone, e per questo lanciano un appello alla comunità locale.
Lo fanno in occasione dell'apertura della mostra fotografica allestita, con l'impegno della loro associazione, in locali concessi dal Comune di Campo sull'isola. L'esposizione resterà aperta sino al 17 settembre, quando termineranno le corse giornaliere della motonave che porta, quotidianamente, sull'isola più piatta del Mediterraneo i turisti.
Lo scoglio piatto è famoso, oltre che per le sue bellezze naturali, per la presenza di catacombe, resti archeologici di epoca romana, per l'ex carcere. Pochi sanno, invece, che in una delle celle di Pianosa, nel periodo fascista, fu recluso, nel 1933, l'avvocato Sandro Pertini, antifascista perseguitato, che poi sarebbe diventato eroe della Resistenza e presidente della Repubblica.
"Attraverso documenti e foto - commenta Giuseppe Mazzei Braschi, pianosino, dell'associazione che ha allestito la mostra -. Il visitatore può vedere una Pianosa sconosciuta: quella del passato della fine Ottocento e dei primi del Novecento. Un ambiente dominato dal carcere, ma pieno di vita, con feste popolari che allietavano la vita di centinaia di persone".
Tra i promotori della mostra, anche i Foresi, i Batignani e altre famiglie originarie dell'isola. "Oggi noi rivendichiamo la libertà. Siamo in una Repubblica e non riusciamo a stare e andare tranquillamente nel luogo dove siamo nati. Prima i vincoli del carcere, ora quelli del ministero e magari con l'insediamento dei monaci, la proprietà passerà dallo Stato italiano a quello della Chiesa. A Capraia o a Gorgona si va senza alcun vincolo. I carabinieri a Pianosa controllano i documenti a qualcuno che sbarca sull'isola, non credo accada a Portoferraio o altrove. Per andare a trovare i nostri cari, al cimitero dell'isola, dobbiamo avere il permesso, non si può fare la pesca sportiva con il bollentino o la traina, è assurdo. Proponiamo che almeno 100 pianosini possano risiedere stabilmente e certamente il degrado in atto sarà evitato".
Stefano Bramanti