Lisola 26 agosto 2003
Ecologisti e Sinistra "E' uno scandalo"
Legambiente: "No ai privilegi, regole uguali per tutti".
I Ds: "Contigentamenti e divieti per tutti i comuni mortali ma non per gli amici degli amici".
E i Verdi: "i fessi a pulire le spiagge e i furbi a preparare gli affari privati"
AD USCIRE a bomba sulla notizia del sequestro da parte dei Carabinieri dell'elicottero con a bordo un consulente del Parco è stata per prima Legambiente, che ha subito definito la vicenda "molto preoccupante". In una nota l'associazione definiva la visita come una "gita aerea per pochi privilegiati" e "strana ed inconsistente la motivazione che sarebbe stata addotta di un viaggio istituzionale".
"Per incontri di questo genere un semplice consulente del Parco avrebbe potuto tranquillamente recarsi a Pianosa usufruendo dell'imbarcazione di linea usata da tutti i cittadini" osserva Legambiente, "oppure, come accade per questioni di particolare importanza, dei mezzi messi a disposizione dalle forze dell'ordine".
Per l'associazione, che ha chiesto al commissario del Parco di fare subito chiarezza sulla questione, la vicenda "solleva delicati problemi di immagine per l'Area Protetta".
Ma la denuncia degli esponenti locali del Cigno non si limita all'episodio che ha visto coinvolto Foresi e il segretario particolare del Ministro Matteoli, Brogi. Nella nota Legambiente denuncia anche "accosti di imbarcazioni "vip" a Montecristo", "sbarchi a Pianosa di turisti carichi di bagagli per un soggiorno evidentemente più lungo delle poche ore permesse ai normali visitatori", "tentativi di balneazione ed ancoraggio in tratti di mare protetti da vincoli di riserva integrale". "Di solito" lamenta la nota, "queste segnalazioni vengono dai cittadini in visita all'Area Protetta che non riescono a capire perché le regole che valgono per la maggioranza sembrano non valere per alcuni.
Il Parco non può permettersi, nemmeno per sbaglio, di dare l'impressione di concedere privilegi, di sospendere a vantaggio di pochi regole e prassi che riguardano i comuni cittadini". Ma Legambiente conferma come la situazione sull'isola sia resa più complicata dal fatto che l'Ente Parco non è l'unico ad autorizzare l'accesso all'isola: "Nessuno si scandalizza se figure istituzionali, istituti di ricerca scientifica, università, operatori dell'informazione chiedono di visitare le nostre isole usufruendo anche di mezzi messi a disposizione dal Parco o dallo Stato, ma occorre che tutti i cittadini abbiano chiaro il come e il perché delle autorizzazioni e di chi controlla ogni isola minore e di come e con quali regole vengono gestiti i flussi turistici ed autorizzate le altre attività Proprio perché il Parco è nato per difendere un patrimonio di tutti deve far rispettare a tutti le stesse regole e gli stessi divieti".
Sferzante ed ironico il commento dei Democratici di sinistra "Il contingentamento, le regole e i divieti" sostengono in un comunicato, "valgono per i comuni mortali ma per gli amici degli amici si può sempre fare una eccezione". Per i Ds la vicenda traduce "situazioni che testimoniano gestioni podestarili" di enti che "non sono sinonimo di efficienza al contrario di arroganza, discriminazione e spreco". "Con un presidente ed un consiglio direttivo regolarmente insediati questo non sarebbe successo" protestano, "come non è successo nel passato. Non avremmo assistito ad un mare di chiacchiere senza nessun atto formale che dimostri un governo serio del Parco, chiacchiere sul piano del Parco boicottato dal commissario, chiacchiere sulle aree marine protette, provvedimenti contradditori per la questione dei diving a Capraia, promesse non mantenute al mondo venatorio, ostilità nei confronti dello sviluppo delle attività agricole, la nomina di otto consulenti che non sanno l'uno dell'altro, la liquidazione del Consiglio direttivo che con le sue competenze specifiche avrebbe potuto ed avrebbe fatto sicuramente di più e meglio quello che compete ad un Parco Nazionale e che sembra il commissario ignori". I Ds spronano il presidente della Comunità del Parco Ageno a convocare subito l'assemblea. L'obiettivo? Superare il commissariamento, discutere ed approvare il Piano del Parco, approvare il piano economico e sociale di competenza della Comunità del Parco. E poi ne criticano aspramente l'operato. Secondo i Ds Ageno sarebbe "troppo impegnato a cercare il consenso per le prossime amministrative", intento ad "occupare il suo tempo in disquisizioni general generiche sui problemi dell'Elba proponendo una elencazione per altro incompleta, di buoni propositi e di cose che non vanno".
Durissimo anche il giudizio dei Verdi, secondo i quali "la gravità di quanto avvenuto a Pianosa sta nel palese e insopportabile fregarsene delle regole, ma molto di più nel fatto che il consulente-assente del Parco per le isole minori Foresi e il collaboratore del Ministro Matteoli, Brogi, si facciano trovare su Pianosa con un paio di imprenditori del calibro di Bertelli e Palomba". "Gli imprenditori fanno la loro legittima gara privata, grazie alla Patrimonio Spa del Governo di centrodestra, come dovrebbero fare le istituzioni ministeriali e locali, la cui gara è però quella di fare l'interesse pubblico, che per Pianosa consiste in un utilizzo pubblico della ricchezza storica, ambientale e archeologica dell'isola, con benefici per l'Elba e l'Arcipelago Toscano. I fessi a pulire le spiagge con Legambiente e i furbi a preparare gli affari privati? Non ci stiamo!".
Quindi l'invito a Parco e Ministero ad allontanare "i consulenti dalle private intenzioni" e a discutere pubblicamente "di concerto con la Regione, i Comuni e le associazioni, dei progetti seri su Pianosa".
LA RICOSTRUZIONE DELL'EPISODIO
Venerdi 22 agosto il consulente del Parco per le Isole Minori Giuseppe Foresi, il membro della segreteria tecnica del Ministro dell'Ambiente Matteoli dott Paolo Emilio Brogi (a Pianosa per delle verifiche), l'elicotterista Davide Cantagallo e gli imprenditori Luciano Bertelli e Giancarlo Palomba si alzano in volo sull'isola di Pianosa per un servizio fotografico sulla costa. Al rientro all'aeroporto di La Pila (Campo) da cui il velivolo era decollato, i Carabinieri pongono il mezzo sotto sequestro, convalidato e successivamente rimosso dal magistrato.
In attesa del pronunciamento dell'autorità giudiziaria, per il pilota scatta il ritiro del brevetto. Intanto a carico dei cinque si apre l'inchiesta.
L'accusa: violazione del Codice della navigazione aerea.