Lisola 30 gennaio 2007
A febbraio si (ri)scrive il futuro di Pianosa
Prevista a breve la stipula della convenzione fra Provincia di Livorno e Comune di Campo per il primo intervento da 100mi1a euro. Ma il mondo ambientalista è in attesa del Parco. Garfagnoli: occorre considerare anche le opportunità di sviluppo economico dell'Arcipelago ENTRO febbraio Provincia di Livorno e Comune di Campo nell'Elba dovrebbero giungere alla stipula della convenzione. L'atto darà il via ai primi interventi del "Progetto speciale di valorizzazione di Pianosa", predisposto alcuni mesi fa dall'Amministrazione livornese. "La bozza dell'accordo è praticamente pronta, entro i primi giorni del mese prossimo sarà sottoposta all'approvazione del Consiglio provinciale", conferma il presidente Franco Franchini. Seguirà la stipula ufficiale del documento. Quanto basta, spiega Monica Giuntini, vice presidente della Giunta, per consentire "di avviare le opere programmate". In particolare, la convenzione frutterà l'apertura dei cantieri per la ristrutturazione della "Foresteria". La struttura, precisa la Giuntini, "sarà la sede del Progetto di valorizzazione dell'isola". Per questo intervento è prevista una spesa di 100mi1a euro, 70mila dei quali provenienti dai fondi Interreg e 30mila finanziati dalla Provincia.
Compatibilmente con gli iter burocratici, seguiranno tutte le altre opere prospettate nel Piano provinciale. Con un investimento di oltre 5 milioni di euro (che dovrebbero essere erogati dai vari soggetti coinvolti: dall'Unione Europea al Governo, dalla Regione alla Provincia, fino al Comune di Campo, al mondo universitario e ai privati), Pianosa dovrebbe trasformarsi in un Polo scientifico con la ristrutturazione della Casa dell'Agronomo, che ospiterà un centro per la ricerca e l'educazione ambientale e per la conservazione del patrimonio naturalistico e archeologico. Rimane poi l'ipotesi di una "comunità penitenziaria aperta" per favorire l'inserimento socio-lavorativo di detenuti in semilibertà ed ex detenuti. In entrambi i casi si parla di impiego in attività agricole e in altre iniziative volte a un uso eco-compatibile dell'isola. Per l'assessore campese Sauro Rocchi, l'imminente stipula della convenzione "è un primo importante tassello-del programma globale di recupero di Pianosa, che vede il Comune di Campo ampiamente d'accordo con la Provincia". Secondo quanto affermato dallo stesso Rocchi, "Il documento ha visto anche il coinvolgimento della Comunità Montana, che è stata recentemente inserita per quanto di competenza nel settore agricolo".
Unico "grande assente", il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano. "Adesso che tutti gli organi dell'Ente sono ufficialmente insediati, è urgente fissare un incontro con il nuovo presidente" afferma la vice presidente della Provincia. L'apertura verso il Pnat non sembra però incondizionata: "Il progetto di valorizzazione è ormai definito - precisa la Giuntini - anche se può essere ancora suscettibile di qualche modifica". Dichiarazioni che faranno storcere il naso agli ambientalisti. Primo fra tutti Umberto Mazzantini, responsabile Isole Minori per Legambiente nazionale: "Con questo progetto la Provincia ha tentato una "leggera fuga in avanti", dimenticando che il Parco è il primo soggetto chiamato a prendere decisioni in merito al futuro di Pianosa, dove ormai tutti comandano tranne l'Ente ufficialmente autorizzato".
Anche per Marino Garfagnoli "sull'isola ci sono troppi galli nel pollaio". "Per Pianosa esiste un solo progetto possibile: quello inserito nel Piano del Parco, che prevede limiti e protezioni ben precisi per la tutela dell'ambiente" commenta Garfagnoli, secondo il quale "prima di pensare al turismo, il futuro di Pianosa dovrebbe essere delineato considerando anche le opportunità di sviluppo economico dell'Arcipelago Toscano" . "Magari - continua - attivando produzioni biologiche che vedano impegnate le aziende agricole locali, seguendo l'esempio di realtà simili alla nostra, come quella del Parco del Cilento, che ha creato ricadute positive sull'economia de territorio". Per le guide ambientali, che ogni giorno per lunghi periodi dell'anno respirano l'incredibile atmosfera regalata da Pianosa, dove la natura sta cercando a stento di riappropriarsi del territorio nonostante gli interventi dell'uomo, "l'isola rappresenta un valore inestimabile soltanto se verrà lasciata com'è". Ne è convinto Umberto Segnini, che pone la necessità di "abbandonare i progetti di turismo balneare di massa e percorrere, invece, la strada di escursioni di qualità riservate a piccoli gruppi, a cui affiancare attività scientifiche e didattiche. Lui, come altri, segnala inoltre il fatto che a Pianosa "regna ormai l'anarchia". Insomma, mentre le istituzioni si danno un gran daffare per progettare il futuro dell'ex Alcatraz del Tirreno, dal mondo ambientalista parte un forte appello al Parco nazionale a al suo nuovo presidente Mario Tozzi, che "se davvero vuol far vedere che esiste, la sua prima sfida è su Pianosa.
Luana Rovini