Lisola, 12 luglio 2007
Edifici transennati e passaggi interdetti. Il solito iter burocratico impedisce interventi risolutivi, ma Carlo Mazzerbo, direttore del carcere di Porto Azzurro, parla di "inedita sintonia tra gli enti"
CAMPO. Che Pianosa cada a pezzi non è una novità. Da qualche mese, però, sono apparse transenne in più punti dell'isola, a impedire il passaggio dei turisti per motivi di sicurezza.
"Un anno fa le crepe della torretta d'ingresso della zona carceraria avevano richiesto il blocco del passaggio, segnalato da appositi nastri" dichiara Giuseppe Mazzei Braschi, presidente dell'Associazione per la difesa dell'Isola di Pianosa. "Da circa un mese i nastri sono stati sostituiti da transenne, che costringono i turisti a passare dal bar per accedere alla zona carceraria e quindi addentrarsi nell'isola".
Non è il disagio arrecato ai vacanzieri a destare preoccupazione, quanto lo stato generale di decadimento e incuria in cui versa l'isola, che, secondo Mazzei Braschi, "si è aggravato rispetto a un anno fa".
Anche di fronte alle grotte e ad alcune case sul porto infatti sono state poste transenne, come pure sul viale che conduce alla Madonnina, la statua che accoglie i duecentocinquanta visitatori giornalieri di Pianosa.
Nel groviglio di competenze che notoriamente complica la vita dell'ex isola-carcere, competenti sulle iniziative di divieto di accesso alle varie zone sono il Comune di Campo nell'Elba e l'Amministrazione penitenziaria.
L'assessore Sauro Rocchi allarga le braccia di fronte alle richieste di interventi risolutivi. "Alcune segnalazioni degli organi preposti ci hanno obbligato a prendere provvedimenti temporanei per evitare di mettere a rischio l'incolumità dei visitatori", conferma. "Certo è che le procedure lunghe e complesse che appesantiscono l'iter di qualsiasi iniziativa sull'isola non permettono di attuare operazioni risolutive nell'arco di dieci giorni".
Più ottimista Carlo Mazzerbo, direttore del carcere di Porto Azzurro: "Riscontro un'inedita sintonia tra gli Enti coinvolti nella gestione di Pianosa, che a mio avviso metterà presto fine alla stasi che la avvolge".
"Attraverso un tavolo tecnico complessivo sulle isole dell'Arcipelago - spiega Mazzerbo - stiamo definendo le linee di intervento per ogni realtà insulare. Per quanto riguarda le competenze dell'Amministrazione penitenziaria su Pianosa, contiamo di presentare entro ottobre la nostra idea progettuale, che coinvolgerà i detenuti in vari settori, tra i quali il recupero del patrimonio immobiliare. Pianosa diventerà così simbolo di un Parco che, unico al mondo, espleterà una funzione sociale, oltre che ambientale".
Tra le iniziative con potenziale partecipazione dei detenuti, la realizzazione di uno stabilimento balneare, previa risoluzione del problema legato all'assenza di un sistema fognario.