Tirreno Elba News, 6 dicembre 2007
Un vigneto per l'aleatico di Pianosa.
La Provincia investe 50mila euro per sperimentare un progetto agricolo.
Obiettivo: recuperare le coltivazioni del paesaggio dell'isola
Cinquanta mila euro stanziati dalla Provincia per finanziare un progetto di agricoltura sperimentale sull'ex Isola del Diavolo. Lo ha approvato, nell'ultima sua seduta, la giunta di Palazzo Granducale. Alla realizzazione del nuovo programma hanno offerto la loro collaborazione il ministero della Giustizia, il carcere di Porto Azzurro con il coinvolgimento diretto dei detenuti nelle attività di conduzione dei terreni e il Parco dell'arcipelago della Toscana.
Il contributo si inserisce nel Programma strategico della Provincia per la valorizzazione dell'isola di Pianosa.
Il finanziamento sarà erogato al Comune di Campo, sulla base di un apposito protocollo d'intesa che sarà sottoscritto successivamente.
«Obiettivo del progetto - ha detto l'assessore all'agricoltura Maurizio Scatena - è il recupero delle coltivazioni che per anni hanno caratterizzato il paesaggio dell'isola, tra le quali la più importante è stata la vite».
A Pianosa, infatti, il primo vigneto che fu impiantato risale al 1829 e tuttora sono presenti resti di superfici vitate per circa 10 ettari. Il progetto prevede inizialmente l'impianto di un piccolo vigneto, di circa 500 mq, di tipo sperimentale per la conservazione e la valutazione di varietà autoctone. Alle attività di studio e ricerca collaborerà l'Università di Pisa. In seguito saranno impiantati altri 14,5 ettari di vigneto delle varietà ansonica, vermentino, trebbiano, moscato, San Giovese ed aleatico.
Il programma prevede, inoltre, il recupero di orti, frutteti e olivi e la coltivazione di piante aromatiche e officinali. Il tutto secondo le caratteristiche che avevano segnato quest'Isola a partire dalla prima metà dell'Ottocento. Sarà successivamente, ad unità d'Italia avvenuta, che l'Isola di Pianosa ospiterà la prima colonia agricola penale del Paese e da quel periodo in poi accoglierà detenuti cosiddetti comuni che però intendevano scontare la pena carceraria dedicandosi alla coltivazione della terra.
Così pure alla colura della vite. «La produzione vitivinicola - ha aggiunto l'assessore provinciale - rappresenta per Pianosa una tradizione secolare. Il nostro obiettivo è quello di creare una impresa agricola, anche con la partecipazione dei detenuti, che operi - ha concluso Maurizio Scatena - per il recupero della viticoltura e di altri tipi di coltivazioni, valorizzando le peculiarità dell'isola».