Il Tirreno, 10 gennaio 2008
Pianosa come laboratorio. Un progetto triennale legato anche allo studio della posidonia. CapoFila dell'iniziativa l'istituto di biologia marina di Piombino che opererà insieme al Cnr di Venezia.
Il mare dell'isola di Pianosa come laboratorio di ricerca. Un progetto triennale sullo studio per quanto riguarda forme di vita attorno all'ex Isola del Diavolo. Verrà redatta una carta bionomica fino alla profondità di 40 metri, uno studio sulle delle praterie di posidonia oceaniche e anche sui popolamenti dei fondali. Il progetto ha per capofila l'Istituto di Biologia ed ecologia marina di Piombino che ha avuto il disco verde da parte del ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica con la supervisione dell'istituto di Scienze Marine del Cnr di Venezia.
«Ci sono voluti più di due anni di contatti, di viaggi e riunioni - dice Roberto Bedini, direttore dell'istituto di Piombino - per vedere assegnata a noi una ricerca scientifica di questa portata.
Il suo tema principale d'analisi sarà il mare dell'isola di Pianosa. È stato prescelto il centro di Biologia e Ecologia Marina perché questo istituto aveva effettuato, nell'ormai lontano 2004, una indagine similare condotta con ricercatori dell'Università di Pisa e di Firenze».
Questa volta i partners cambiano. Entra in ballo l'istituto di Scienze Marine del Cnr di Venezia. I fondi messi a disposizione sono quelli messi a disposizione dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica. La convenzione stipulata tra l'istituto di Piombino e l'istituto di Venezia si propone per obiettivi finali quelli di redigere una minuziosa e completa carta bionomica dell'isola dalla linea di marea alla profondità di 40 m, limite inferiore delle praterie di posidonia oceanica. «La fascia costiera - spiega Bedini - sarà suddivisa da 44 transetti, uno ogni 500 m del suo perimetro, lungo i quali i ricercatori effettueranno gli studi ed i campionamenti, mentre un battello effettuerà la cartografia dei fondali». Nel secondo anno di ricerca è previsto uno studio approfondito delle praterie di posidonia oceanica di tutta l'isola e le biocenosi associate. Durante il terzo anno infine, il protocollo della convenzione prevede una ricerca indirizzata alla valutazione delle dinamiche spazio-temporali dei popolamenti dei fondali duri mesolitorali e il confronto dei risultati ottenuti su Pianosa, area indenne da attività antropiche rilevanti, con fondali simili di altre isole dell'arcipelago.
La comparazione sarà fatta anche tra le praterie di posidonia oceanica di Pianosa e quelle di altre isole. L'occasione eccezionale di poter studiare un ambiente marino ad oggi incontaminato e pressoché unico nel Mediterraneo, per un lasso di tempo relativamente lungo, ha convinto ricercatori italiani e stranieri a dare la loro adesione al progetto e tra questi, ricercatori dell'università di Pisa, Firenze, Genova, Marsiglia, Lecce, Bari, Modena, Atene e Tunisi magari con la speranza di scoprire nuove specie e con la certezza di poter tradurre lo studio in pubblicazioni scientifiche di alto livello.
«Questa ricerca - dice Bedini - sarà possibile grazie all'interessamento diretto del Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica Fabio Mussi che l'ha caldeggiata al suo collega Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare». «II nostro istituto - continua ancora il direttore - sente inoltre il dovere di ringraziare il Direttore Generale del Miur, Luciano Criscuoli e Giuseppe Cavarretta, direttore del Dipartimento Terra e Ambiente del Cnr di Roma per la competenza e l'attenzione dimostrate a quanto è stato necessario per la progettazione e l'attivazione di tutta l'operazione. L'acquisto infine di nuove strumentazione da laboratorio e da campo e l'assunzione di nuovi ricercatori, renderà - conclude Bedini - il nostro Istituto ed i suoi laboratori di Porto Azzuro, all'isola d'Elba, ancora più competitivi nell'ambito delle ricerche della biologia marina».