Parks.it, 11 dicembre 2008
Appaiono su alcuni organi di stampa notizie di insistenti voci di una prossima riapertura dell'isola di Pianosa al regime carcerario noto come 41 bis e di un imminente sopralluogo degli organi di Stato seguito da un pesante insediamento di 250 guardie carcerarie. Nonostante si tratti di notizie non ufficiali e ben sapendo che i tempi per un così massiccio e invadente insediamento carcerario non potrebbero essere troppo rapidi, date anche le difficoltà infrastrutturali, il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano fa presente la sua assoluta contrarietà a questa ipotesi per ragioni ambientali, paesaggistiche e di sviluppo economico dell'isola. Si ricorda che su Pianosa: insistono vincoli ambientali comunitari e nazionali (1), insistono importanti vincoli archeologici (2), che l'isola presenta un'area marina protetta (3) e che un turismo ragionato e sostenibile permette un volume di affari non trascurabile per l'economia dell'arcipelago (4).
Il Parco, pur comprendendo le necessità di spazi e di strutture del Ministero di Giustizia, ribadisce l'assoluta e ferma contrarietà all'utilizzo dell'isola per un regime carcerario di massima sicurezza come il 41 bis. Si ricorda che grazie al Parco l'isola è stata riaperta alla fruizione naturalistica: chiuderla nuovamente - come inevitabilmente avverrebbe in questa ipotesi - sarebbe un passo indietro e una impoverimento per i turisti che chiedono di visitarla.
Il Parco è invece favorevole al regime carcerario attuale ed anche ad un incremento dei detenuti presenti sull'isola, per favorire il loro recupero sociale con attività utili all'ambiente. A questo riguardo si ricorda che negli ultimi mesi il Parco ha lavorato attorno a questa ipotesi di concerto con le autorità carcerarie e al comune di Campo nell'Elba.
"Pianosa - ha detto il presidente Tozzi - dovrebbe essere destinata al reinserimento dei detenuti, come quelli che già adesso operano sull'isola. Il regime del art. 21 è compatibile con l'ambiente e sostenibile grazie ad una fruizione moderata e regolamentata del territorio. Il ripristino del 41 bis significherebbe perderla alla fruizione dei cittadini e non tenere conto delle necessita di tutela della biodiversità sancite dalle leggi internazionali vigenti. Noi siamo dunque decisamente contrari a questa ipotesi".