Libero, 17 febbraio 2009
Contestazioni al pacchetto sicurezza
La rivolta di Pianosa: mai più isola carcere
Gli enti locali contro la riapertura del penitenziario: uccide turismo e natura. Deputati bipartisan: serve per il 41 bis
Proprio quando di quell'isola inaccessibile, popolata solo da condannati per mafia e guardie per sorvegliarli, sembrava rimasto solo un'immagine d'altri tempi, viene a galla la possibilità di un ritorno al passato. Il carcere di Pianosa, isola dell'arcipelago toscano ormai diventata parco naturale, potrebbe tornare a funzionare esattamente come 10 anni fa. Fino al 1998, era riservata ai detenuti in regime di 41 bis: vietato avvicinarsi, vietato sbarcare, vietato sorvolare. Su quell'isola, insieme alle barche dei turisti, ora attraccano i "no" delle autorità locali e delle associazioni ambientaliste. Ma gran parte degli ormeggi si è riservata ai 'sì' bipartisan di parlamentari decisi a rimettere in funzione il carcere. E le polemiche sono a un passo dallo scontro.
Ad agitare le acque dell'isola è il disegno di legge sulla Sicurezza, approvato al Senato e ora all'esame della Camera: prevede la riapertura di carceri nelle isole, per ospitare i detenuti in regime di 41 bis. Il decreto non indica le isole, ma è dato per scontato che la scelta ricadrà su Pianosa e probabilmente anche sull'Asinara, in Sardegna. Da quando il carcere è stato chiuso, l'isola di Pianosa è praticamente disabitata, fatta eccezione per quella quarantina di detenuti o ex detenuti che gestiscono un ristorante, un bar, un punto di accoglienza per i turisti che, a partire dalla primavera, scelgono di trascorrere una giornata nel verde del parco naturale.
Non possono sbarcare più di 250 turisti al giorno, perché è quanto prevede un accordo che tutela l'area protetta dall'Unione europea. Ma se dovesse tornare a funzionare il carcere, si stanzierebbero stabilmente circa mille persone, fra detenuti e polizia penitenziaria. Per lo meno, questo era il numero della popolazione a Pianosa fino al ’98. Ed era il numero dei presenti nell'estate del 1992, quando, dopo la morte di Falcone e Borsellino, l'isola, data la presenza dei boss mafiosi, era diventata totalmente inaccessibile.
«Sono fortemente contrario», spiega l'assessore al Turismo della provincia di Livorno, Fausto Bonsignori, «così si vanifica tutto il percorso di recupero dell'area durato 10 anni. Pianosa è un patrimonio comune splendido. Così l'isola muore». È una «follia economica» per Umberto Mazzantini di Legambiente, «perché riaprire il carcere costerebbe di più che costruire un'altra struttura». Ma non è d'accordo il senatore del Pd Giuseppe Lumia, membro della Commissione Antimafia: «Non costerebbe di più e non ci sarebbero rischi ambientali. Non capisco chi si mette contro il regime del 41 bis, per me è uno scandalo». E gli fanno eco i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili: «Sarebbe una risposta da dare alla mafia condannata all'ergastolo per le stragi del'93», spiega Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'associazione, «Cosa Nostra usò mille chilogrammi di tritolo affinché il 41 bis fosse abolito e fossero chiuse le supercarceri dell'Asinara e Pianosa».
Stefano Totoro