Repubblica, 27 febbraio 2009
Giù le mani da Pianosa. Il coro è unanime in Toscana. A far scoppiare il caso è la mappa delle possibili localizzazioni delle centrali nucleari che Berlusconi intende realizzare in tempi stretti. L'ex isola carcere è inserita nella cartina dei futuri impianti, anche se l'Enel si affretta a chiarire che "Pianosa faceva parte di un elenco di siti che risale alla metà degli anni Ottanta, prima dunque che si votasse il referendum sul nucleare". La precisazione però non basta al presidente della commissione Ambiente del consiglio regionale Erasmo D'Angelis, che in aula tuona: "Mettere una vecchia e pericolosa centrale modello francese in una qualsiasi parte della Toscana è un'idea da scienziati matti, un sogno da dottor Stranamore, pura follia. In particolare è un'idea folla piazzare una centrale a Pianosa, l'isola protetta nel più grande parco naturale marino d'Europa, o a Montalto di Castro in piena Maremma". Il presidente della Regione Claudio Martini si dice contrario ma delega ogni decisione sul suo successore. "Il mio mandato scade nel 2010 e la decisione toccherà a chi verrà dopo di me", dice in un'intervista a Radio 24. "In Francia Sarkozy per fissare un orientamento culturale sulle questioni dell'ambiente ha fatto mesi e mesi di confronto e dibattito nel mondo scientifico, poi ha deciso. Noi facciamo all'incontrario: prima si prende una decisione, poi si sente se la gente è d'accordo".
Su Pianosa parla anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, che con l'Enel ha un conto in sospeso: "Prima di partire col nucleare sarebbe bene che l'Enel mantenesse gli impegni presi con i territori: nel '97 fece un accordo con il Comune di Livorno per trasformare il nostro impianto che funziona con gasolio a basso tenore di zolfo in centrale a ciclo combinato, poi non le è convenuto più ed è sparita. Mettere qui un reattore significa fermare ogni sviluppo di un territorio che tra mille difficoltà ha dimostrato di saper coniugare turismo di qualità e industria".
Se Pianosa è un'ipotesi dai contorni fumosi, molto di meno lo è Montalto di Castro in provincia di Viterbo, pochi chilometri a sud del confine toscano. "Il nucleare che c'è oggi", insiste D'Angelis, "è la fonte energetica più costosa e più rischiosa perché resta aperta la questione dello smaltimento delle scorie radioattive, della garanzia di sicurezza dell'impianto e dei cittadini, i costi altissimi che lo rendono improponibile e che immobilizzerebbero per anni milioni di euro sottratti all'efficienza energetica e alle fonti rinnovabili. Impressiona la superficialità del governo Berlusconi che fa propaganda non riuscendo nemmeno a finanziare la ricerca italiana del cosiddetto "nucleare pulito di quarta generazione" i cui prototipi industriali saranno pronti non prima del 2025. Il ricorso al nucleare gli italiani lo hanno già bocciato e da tempo le famiglie e le imprese stanno investendo sul risparmio e sulle rinnovabili".
Legambiente sposta il tiro su Pianosa. "Quell'isola non ha pace", dice Umberto Mazzantini, responsabile Isole minori dell'associazione. "Prima il governo l'ha presa di mira dicendo di volerla ritrasformare in un carcere speciale "41 bis", ora rispunta l'ipotesi nucleare. La verità è che questo sarebbe un colpo mortale non solo per l'ambiente unico di un pezzo di Mediterraneo rimasto integro, ma anche per l'intera economia turistica dell'Arcipelago Toscano e per l'immagine di tutta la Toscana. È quindi strano e preoccupante che qualche supporter filo-nucleare toscano del governo si spinga a dire che si tratta della cosiddetta sindrome "no- nel mio cortile". Se a qualcuno piace tanto il nucleare, la centrale se la può davvero fare davvero nel suo giardino o nel suo collegio elettorale, vedrà come saranno contenti gli elettori". Il centrodestra ribatte al volo. "No, no e sempre no. La sinistra toscana è sempre più prigioniera della sindrome dell'anti-berlusconismo", dice il consigliere regionale di Forza Italia Maurizio Dinelli. "Tutto ciò che viene dal governo non va bene per definizione. Da anni l'Italia lamenta la mancanza di un piano energetico e ora si torna ad issare barricate ideologiche contro decisioni sacrosante che ci porteranno fuori dall'emergenza. Questo atteggiamento penalizza la Toscana".
Simona Poli