Il Tirreno Extra, 8 giugno 2009
Volevo condividere con voi un mio modesto parere sull'articolo apparso nei giorni scorsi su "II Tirreno" sull'attuale situazione in cui l'isola di Pianosa si presenta al turista e sulle modalità con cui è possibile l'accesso ad essa.
Come tutti sapranno, purtroppo l'isola di Pianosa si presenta al visitatore (e ai suoi ex abitanti) nella desolazione più totale insieme alle tristi condizioni in cui al momento versano degli edifici di grande importanza storica, tuttavia ciò non va a discapito della impeccabile organizzazione offerta per la visita guidata: a partire dall'imbarcazione (estremamente puntuale ed efficiente) al percorso guidato sull'isola. Essendo queste gite organizzate da enti privati, è ovvio e naturale che se il numero minimo di partecipanti non venisse raggiunto queste siano rimandate alla settimana successiva.
È chiaro che qui si tratta di tempo e attrezzature che che presuppongo una remunerazione, come del resto qualunque nostra attività quotidiana. Questa modalità avviene in egual misura anche per la visita della Gorgona. Una volta sbarcati, mi preme dover fare i miei più sinceri complimenti alle guide ambientali. Stando a quanto riportato ufficialmente dal Corpo forestale stanziato sull'isola, queste si attengono alla visita esclusiva dei percorsi privi di zecche.
Proprio su questo punto, la visita sull'isola è basata su percorsi approvati dal Corpo forestale proprio per questo problema, e se gli edifici sono pericolanti è colpa solamente deglì enti statali che, litigandosi la gestione di questo paradiso, lo lasciano nel frattempo nel più totale degrado. Comunque la passeggiata avviene a distanza di sicurezza, per cui non c'è alcun problema per il visitatore.
La visita del resto dell'isola è vietata principalmente per:
- presenza di zecche, puntualmente soggetta a disinfestazione;
- riserva in quanto parco naturale;
- presenza non ufficiale di un penitenziario.
Per finire con questa mia breve dissertazione, il collegamento pubblico esiste, con una nave della Toremar (mi pare il martedì) una volta a settimana.
Quindi, invece di parlare a sproposito di questo paradiso, perchè non denunciare ulteriormente il totale disinteresse dello Stato in questo unico e meraviglioso patrimonio edilizio e naturale?
Perchè non insistere nella denuncia di una caserma nuova di zecca convertibile in struttura ricettiva?
Perchè non denunciare il sostanziale impedimento agli ex pianosini di accedere liberamente all'isola senza dover pagare cifre assurde al demanio?
Considerata anche la crisi, che colpisce qualunque settore, perché gettare discredito su queste uniche iniziative, invece di reclamizzarle?
Alberto Della Sentina