Corriere della Sera, 5 novembre 2009
Via libera dal Guardasigilli. Alt del ministro delle infrastrutture: «Errore»
«Supercarceri, riaprirà Pianosa»
E'scontro tra Alfano e Matteoli
Fino al giugno '98 erano reclusi i boss in regime di 41bis. Maroni: «Pensiamo anche all'Asinara»
MILANO Prima l'annuncio del ministro Alfano: «Riapriremo il supercarcere di Pianosa». Poi lo stop del ministro Matteoli: «Sono nettamente contrario. Mi batterò per evitare quello che mi sembra un marchiano errore». E anche il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo ha manifestato le sue perplessità: «Pianosa come anche l'Asinara sono due gioielli della natura e vanno semmai valorizzate. Le esigenze carcerarie non possono entrare in conflitto con quelle della tutela dell'ambiente. Ne parlerò con il ministro Alfano».
LO SCONTRO Continua ad essere travagliata la storia di Pianosa. Specie quando si parla di supercarcere. Il ministro della Giustizia non sembra avere dubbi quando annuncia che «il supercarcere dell'isola toscana, dove fino al giugno '98 erano reclusi boss di mafia in regime di 41 bis, riaprirà». Oggi Pianosa fa parte del Parco dell'arcipelago toscano ed ha accessi molto limitati per i turisti: un massimo di 250 al giorno solo durante i mesi estivi, sempre accompagnati dalle guide e senza possibilità di pernottamento. Sull'isola non è prevista la balneazione (salvo che nella spiaggia adiacente al porto) né la pesca: Pianosa è catalogata come riserva naturale assoluta. Un vero e proprio paradiso incontaminato.
LO SCONTRO A stretto giro di posta l'alt del ministro delle Infrastrutture a quello della Giustizia. «Sono molto sorpreso dall'idea espressa da Alfano», dice Matteoli. «Come politico toscano - aggiunge - mi sono battuto a suo tempo con tutte le mie energie per la sua chiusura e, quindi, resto nettamente contrario ad una eventuale sua riapertura. Il collega, evidentemente, non conosce lo stato di abbandono in cui si trova la struttura che ospitava il carcere e, probabilmente, non sa quanto sia pesato in termini di costi alle casse statali tenerla aperta fino a qualche anno fa. Mi batterò, pertanto - conclude Matteoli - per evitare quello che mi sembra un marchiano errore».
LA NOTA Nel piano carceri del governo - si legge in una nota del dicastero di via Arenula - sarà prevista la riapertura del Pianosa. Il Guardasigilli ha dato mandato al Dipartimento di polizia Penitenziaria di avviare le procedure per la riapertura. «La scelta rientra nella strategia dei circuiti penitenziari differenziati e nella individuazione di strutture che abbiano una vocazione specifica nella custodia dei detenuti al 41bis. Il Governo - conclude la nota - andrà avanti nel contrasto alla mafia con il piano straordinario di lotta contro il crimine organizzato e non si farà intimidire da alcuna minaccia». Il ministro Maroni, a Londra per il G6 dei ministri dell'Interno, ha aggiunto: «Non solo Pianosa, stiamo discutendo anche di riaprire il carcere dell'Asinara. L'Italia ha molte di queste strutture ed è un peccato lasciarle là: bisogna riaprirle e metterci dentro i mafiosi cattivi».
LE REAZIONI La decisione del ministro è destinata a sollevare forti polemiche. Recentemente il Un'immagine del Forte di Pianosa (dal sito www.pianosa.net) direttore del Parco, Mario Tozzi, aveva affermato che «dinanzi all'ipotesi di una riapertura del supercarcere non avrebbe esitato a incatenarsi sull'isola». «Sarà una scelta che inciderà pesantemente sui flussi turistici - ha confermato all'Ansa- e recherà danni incalcolabili all'ambiente, perchè per riaprire il penitenziario servono interventi di infrastrutturazione che deturperanno irrimediabilmente l'isola. Ora mi aspetto che tutta la comunità elbana continui a esprimere la sua netta contrarietà all'ipotesi di riapertura del supercarcere così come aveva già fatto in passato».
I PROBLEMI La riapertura del maxicarcere comporterà anche notevoli problemi economici e logistici dato che le strutture che fino al 1998 hanno ospitato il penitenziario versano in condizioni molto difficili. Sono necessari ingenti lavori di ristrutturazione per la rimessa in funzione delle strutture. Al momento a Pianosa ci sono una media di 5-6 detenuti del carcere di Porto Azzurro che nei mesi estivi lavorano in regime di semilibertà (art 21) nell'unica struttura ricettiva dell'isola, il ristorante gestito dalla Cooperativa San Giacomo che offre pranzi e servizi ai visitatori che arrivano dall'Elba alle 11 della mattina per ripartire tassativamente alle 17. Due gli agenti penitenziari attualmente in servizio nell'isola. La struttura del supercarcere, chiusa da undici anni, è di fatto in stato di abbandono, a parte il gruppo di detenuti in semilibertà che vi lavorano di giorno per garantire la funzionalità degli impianti idraulici ed elettrici. Ecco perchè - secondo quanto si apprende in ambienti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - per far tornare in funzione Pianosa serviranno diversi mesi. Nel supercarcere dovrebbero essere trasferiti circa 300 (su un totale di oltre 600) detenuti in regime di 41 bis, il cosiddetto carcere duro per i più pericolosi esponenti di criminalità organizzata e terrorismo, le cui misure sono state rese ancora più stringenti dalla nuova legge sulla sicurezza.
I LAVORI I lavori di ristrutturazione saranno necessari su diversi fronti: Pianosa è sprovvista di circuiti per la videoconferenza (fino a dieci anni fa inesistente) e anche di sistemi per la videoregistrazione divenuta da pochi mesi obbligatoria durante i colloqui concessi ai 41 bis. E ancora: i detenuti in regime di carcere duro, introdotto dopo le stragi di Capaci e di Via d'Amelio, all'epoca erano in celle da due o da tre, mentre attualmente vengono detenuti da soli (basti pensare a Bernardo Provenzano nel carcere di Novara e di Totò Riina a Milano Opera). In altre parole - fanno notare autorevoli fonti del Dap - prima che Pianosa possa riaprire sarà indispensabile conoscere quanti soldi, mezzi e uomini (obbligatoriamente del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria) verranno messi a disposizione. Ancora non è certa - infine - la tipologia di detenuti in 41 bis da trasferire: saranno concentrati sull'isola tutti gli esponenti di Cosa nostra oppure ci sarà una distribuzione tra boss di mafia, camorra e 'ndrangheta?. In ambienti del Dap sottolineano che il progetto è «ambizioso» e che si dovrà procedere sperimentando e valutando. Un'eventuale riapertura anche del penitenziario dell'Asinaria viene invece esclusa, anche perchè nel frattempo l'isola è interamente divenuta di demanio della Regione Sardegna.
LE REAZIONI Il commento dell'opposizione sulla riapertura non parla nello specifico di Pianosa ma punta il dito sul piano carcerario. «È una scelta del governo che difficilmente può essere valutata perchè non è stato ancora reso noto il piano organico per le carceri. Il ministro Alfano lo ha più volte annunciato senza mai spiegarne i contenuti» ha detto all'Ansa il capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Donatella Ferranti. «Ora - sottolinea - prendiamo atto che come priorità è stata individuata la riapertura del carcere di Pianosa ma restano ancora sul tavolo e completamente irrisolte tutte le problematiche relative al sovraffollamento carcerario, alla fatiscenza e carenza delle strutture, alla gestibilità della popolazione carceraria per numero e disomogeneità di regime, alla inadeguatezza degli organici per numero e qualificazione professione, all'elevato numero di detenuti in attesa di giudizio ed infine a quello più complesso della individuazione di effettive ed efficaci pene alternative al carcere per i reati meno gravi».
Iacopo Gori