Il Tirreno Extra, 11 novembre 2009
Intanto il sindaco di Campo passa all'attacco: c'è troppa confusione sulle competenze.
A Pianosa arriva la Prestigiacomo.
Un invito ufficiale dal Parco per rilanciare lo sviluppo dell'isola.
PIANOSA. Ora c'è anche un invito ufficiale. Il secondo per la verità. E magari stavolta, dopo l'impegno pubblico a tutelare i beni ambientali di Pianosa contro la riapertura del carcere duro, il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, accetterà di visitare l'isola. Un viaggetto che potrebbe essere utile anche al ministro Alfano che, una volta messi gli occhi sulle strutture fatiscenti di Pianosa, potrebbe definitivamente cambiare idea.
Sì, perchè fino ad oggi non c'è stato un ditrofront ufficiale da parte del ministro della Giustizia sulla riapertura del carcere sull'isola. Il titolare del dicastero ha innestato la retromarcia ma il verdetto finale arriverà solo domani dalla conferenza tra Stato e Regioni nell'ambito della quale si discuterà del piano carceri e del caso Pianosa.
Per questo all'Elba l'argomento suscita ancora qualche preoccupazione. Anzitutto quelle del sindaco di Campo nell'Elba, Vanno Segnini, che del futuro utilizzo di Pianosa - territorio che ricade entro i confini del Comune - ha tutta un'altra idea.
Il sindaco lo ha detto e ripetuto anche durante l'ultima campagna elettorale: Pianosa è un gioiello naturalistico da sfruttare a scopi turistici. Il carcere, in particolar modo se dovesse tornare ad ospitare i boss della malavita - sarebbe uno dei mali peggiori, insieme all'ipotesi (a quanto pare archiviata, ma non si sa ancora per quanto) della costruzione di una centrale nucleare. E allora è bene mettere le mani avanti, nonostante le rassicurazioni del ministro Prestigiacomo. Così ieri sera il consiglio comunale ha voluto discutere il caso e fissare dei paletti contro la riapertura della struttura carceraria. Che è solo uno dei problemi di Pianosa, e forse neppure il più rilevante. Perchè archiviata la pratica carcere resta il degrado. E sul degrdo occorre intervenire per fare dell'isola qualcosa di diverso dal confino dei mafiosi.
«Anzitutto dobbiamo capire di chi è quest'isola - afferma Segnini - chi ha le competenze e su cosa. Oggi c'è solo una grande confusione, praticamente su tutto, dalla gestione del servizio sanitario a quella delle risorse idriche, alla raccolta dei rifiuti». Il territorio di Pianosa rientra tra i beni demaniali e come tale appare nelle schede dell'Agenzia del demanio che tre mesi fa stabiliva in ó2mílioni di curo il valore dei 10ehilometri quadrati dell'isola. «Se l'isola è del Demanio - continua Segnini - cosa può fare il Comune? Che competenze abbiamo noi? E cosa devono fare gli altri?». Cioè il Parco, la Sovrintendenza, il ministero della Giustizia, solo per fare qualche esempio. Una confusione che ingessa, almeno in parte, Pianosa e che ora induce il presidente del Parco a rivolgersi alla Prestigiacomo, sia per ringraziare del suo interessamento contro l'apertura del carcere, sia per invitarla a Pianosa e promuovere un' iniziativa di coordinamento presso tutti i ministeri interessati per decidere il futuro dell'isola.
Perchè a questo punto la domanda giusta non è se il carcere riaprirà, ma cosa poter fare per l'isola allo scopo di evitare che muoia insieme ai progetti e ai buoni propositi di farne un gioiello per il turismo naturalistico.