Il Tirreno Extra, 28 novembre 2010
Pianosa come Pompei, i resti romani riparati solo da una malmessa tecnostruttura.
La villa di Agrippa in abbandono.
Non ci sono finanziamenti per salvaguardare l'area archeologica.
Parte dei reperti vengono utilizzati come banco da lavoro.
La speranza di minimi interventi è legata a un contributo europeo.
Pianosa come Pompei. Non solo in Campania, anche nell'Arcipelago toscano i beni archeologici, nel caso specifico le rovine romane, rischiano di diventare un lontano ricordo. Parliamo dei Bagni di Agrippa, il complesso romano protoimperiale che sorge davanti alla nota spiaggia di Cala Giovanna. Mentre duemila anni fa proprio lì veniva esiliato il principe Agrippa Postumo, nipote dell'imperatore Augusto, oggi non rimane altro che una struttura in completo stato di abbandono sulla quale non viene effettuata alcuna manutenzione.
L'unica opera moderna presente, oltre al cemento e al piombo incastonati fra le mura, è una tensostruttura protettiva, «una sorta di gazebo della Festa dell'Unità», come la definisce Umberto Mazzantini, responsabile Legambiente per le isole minori, alludendo al brutto impatto estetico della copertura. «Quel che si nota al primo impatto - continua Mazzantini - è un reperto archeologico lasciato a se stesso, bisogna intervenire prima che sia troppo tardi».
Oltre al danno anche la beffa: i resti della villa romana oggi vengono utilizzati come banco da lavoro in un cortile vicino alla spiaggia. A cosa è dovuto questo degrado? La situazione della villa romana riflette quella dell'isola: un territorio in disarmo. La principale causa è l'assoluta mancanza di risorse per effettuare qualsiasi tipo di operazione. «Non ci sono soldi - conferma Silvia Ducci, responsabile dell'area per la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana - e per di più dei vandali si sono accaniti sulla villa. E' una situazione inaccettabile per un reperto storico di questo valore. Noi proviamo a fare il massimo con quello che abbiamo a disposizione. Per esempio a primavera utilizzeremo un piccolo finanziamento concessoci per togliere la ruggine dalla tensostruttura e pulire l'edificio».
È stato stretto anche un accordo con il Comune di Campo nell'Elba per renderla fruibile in vista della prossima stagione turistica. «La piattaforma in legno che consente ai visitatori di attraversare la costruzione - dice Giuseppe Foresi, delegato per Pianosa - è completamente marcia e va sostituita, magari con delle griglie per rendere visibili le parti sottostanti del sito archeologico e aumentarne la sicurezza». «Sarebbe bello - aggiunge Silvia Ducci - che si potesse riprodurre virtualmente la villa in modo che i visitatori ne capiscano l'importanza di ogni singola parte». L'unica speranza per un intervento definitivo pare legata ai fondi Arcus, un finanziamento europeo a sostegno dei beni culturali. La Provincia ha richiesto un milione e mezzo di euro per riqualificare Pianosa. L'obiettivo primario del progetto è risistemare i Bagni di Agrippa, ma non solo, la Soprintendenza è intenzionata a continuare gli scavi sotto la Casa del Parco, dove è stato rinvenuto un cimitero medievale.
Stefano Taglione