Il Tirreno, 29 agosto 2011
Ospite a Campo per la presentazione di un video su Pianosa spinge per lo sviluppo turistico dell'isola
Matteoli a favore del Comune unico
Il ministro bacchetta Tozzi sulla sfiducia a Banfi: un'arroganza enorme
Toccata e fuga all'Elba per il ministro Altero Matteoli. Giusto il tempo di assistere alla prima del video realizzato dai documentaristi Ennio Boga e Paolo Fioretti su Pianosa, bacchettare il presidente del Parco Mario Tozzi per come sta gestendo l'ente e i rapporti con il territorio, rassicurare gli elbani sulla privatizzazione Toremar e dire la sua sul Comune unico: "una cosa giusta - afferma - per un territorio delle dimensioni dell'Elba".
Il video, affidato alle mani di due grandi professionisti dell'immagine, è stato un successo e anche l'occasione per Matteoli, che lo commissionò insieme all'allora commissario del Parco, Ruggero Barbetti, per parlare di Pianosa. cE un valore per l'isola d'Elba - afferma - ma non è stato mai sfruttato, anche se questo termine non mi piace. A cosa serve avere Pianosa così com'è? Nessuno ci può andare, nessuno la più godere. Una prima apertura c'è stata: l'albergo gestito dalla cooperativa di detenuti insieme al ristorante è un'inizio. Intendiamoci, non ho mai immaginato Pianosa come un'isola turistica con grandi alberghi ma come un territorio che vale la pena visitare. E allora, da questo punto di vista, senza costruire un metro cubo in più visto che le strutture già ci sono, qualcosa si può fare. Immaginiamoci un turista che viene all'Elba e soggiorna in albergo. L'ideale sarebbe che il proprietario oltre che mettergli a disposizione il mare, una barca, la piscina, potesse offrirgli anche un giorno a Pianosa per visitarla e restarci a dormire una notte". La visita elbana del ministro, circondato dagli amministratori di centrodestra dell'isola, è stata anche l'occasione per riflettere sul percorso che potrebbe presto portare a!!'indizione di un referendum sul Comune unico. Un tema sul quale Matteoli spiazza anche gli amministratori locali del suo partito, quasi tutti (ad eccezione, tra i sindaci, di Barbetti) contrari a un'unica amministrazione comunale sull'isola. "Mi sono fatto spiegare dai sostenitori del referendum - afferma Matteoli - cosa hanno in mente. Che per un territorio delle dimensioni dell'Elba ci sia un'unica amministrazione mi pare una cosa giusta. Cecina ha più o meno gli stessi abitanti di tutti i Comuni elbani. Ischia che ha più del doppio degli abitanti dell'Elba ha 6 Comuni. Otto amministrazioni locali sono chiaramente un'anomalia. Ma la scelta del Comune unico deve essere chiara, non avrebbe senso fare un'unica amministrazione e mantenere in piedi le strutture attuali".
Inevitabile poi un commento su due dei temi che tengono banco in questi giorni. Da un iato la querelle in seno al Parco e dall'altro l'ormai prossima firma del contratto con Moby per la vendita di Toremar. Il percorso di privatizzazione, nato proprio con Matteoli nel ruolo di ministro dei trasporti, è ormai agli sgoccoli. "Quando la gara sarà assegnata - afferma Matteoli - bisognerà vigilare perché vengano rispettati gli accordi. Non si può chiedere al privato di lavorare a rimessa ma neppure si può tollerare che se ne approfitti tartassando con prezzi eccessivi i turisti. Con il miglioramento dei servizi e della flotta sarà assicurata anche una maggiore concorrenza che naturalmente dovrà tendere a far diminuire i prezzi". Il ministro non è preoccupato del ruolo che potrebbe acquisire Moby. "Bisogna stabilire le regole - afferma - dentro le quali ci deve stare anche Moby".
Lapidario, infine, il commento sulla sfiducia del presidente del Parco, Mario Tozzi, al suo vice, Angelo Banfi. "Un'anomalia e un'arroganza enorme che non riesco a capire - commenta Matteoli - Tozzi semplicemente non poteva fare quello che ha fatto". Più in generale sui parchi Matteoli ribadisce che "si devono istituire - afferma - per rendere godibile un'area non per toglierla alla godibilità dei cittadini. Questa sembra una banalità ma è un problema di cultura. Se un presidente di un Parco lavora in questo modo il Parco finisce per essere amato. Probabilmente in questi anni si è assistito a una gestione ideologica del Parco dell'Arcipelago che non lo ha fatto amare ai cittadini. Spero che con il rinnovo delle cariche ci sia un'intesa tra il ministro Prestigiacomo e la Regione per arrivare a nominare un presidente che abbia una visione e una cultura delle aree protette quali opportunità per i cittadini e non vincoli".
Valentina Landucci