Il Tirreno Extra, 21 ottobre 2012
Pianosa, isola abbandonata a se stessa.
Case crepate, rifiuti ovunque. Per recuperare gli immobili un progetto di corsi di formazione per 80 detenuti semiliberi
Case piene di crepe. Rifiuti ovunque. Persino una discarica a cielo aperto. Un presepe dimenticato Pianosa col suo bel porticciolo; un lembo di terra messo in archivio che va in malora. Dieci chilometri quadrati di paradiso minacciati ogni giorno dal degrado ambientale, nato dopo la chiusura del carcere del 1998. Un territorio animato da un turismo contingentato con 250 persone al giorno in estate, e niente altro. Ma un'occasione di riscatto all'orizzonte appare.
Un progetto creato dalla cooperativa sociale San Giacomo che punta a far vivere sull'isola circa 120 persone stabilmente, una piano caldeggiato dal vice prefetto Giovanni Daveti, che è stato escursionista non per caso a Pianosa, per capire con gli occhi e con i piedi come stanno le cose. Ecco che si apre uno spiraglio di luce. Brunello De Batte, vicepresidente dell'associazione incontrato dal vice prefetto alla Pianosa dice :"Abbiamo presentato al ministero di Giustizia, con l'approvazione del sindaco campese Segnini, un progetto che punta alla realizzazione sull'isola di corsi di formazione per 80 detenuti in semilibertà, nei settori di agricoltura, edilizia e turismo. Con i docenti e altro personale si arriverebbe ad avere 120 persone sull'isola stabili e sarebbe possibile avviare il recupero di immobili del paese e infrastrutture, quindi rigenerare il settore agro-pastorale ed anche proporre nuove forme di turismo eco-ambientale".
Un piano da 1 milione e 400 mila euro circa, che ovviamente attua il recupero dei detenuti alla vita sociale e si creano anche posti di lavoro, riattivando una forma di economia locale oltre il turismo estivo che potrebbe crescere fino a 500 unità. "Una prima vera ipotesi di rinascita di Pianosa sarebbe quindi possibile - evidenzia Daveti. Ci vogliono obiettivi comuni e volontà specifiche". Una visita non casuale quella di Daveti a Pianosa. Escursionista non per caso sull'isola piatta: ha voluto capire con gli occhi e con i piedi come stanno le cose.
Il rappresentante del governo suona quindi la sveglia e propone che gli Enti gestori di Pianosa si incontrino, per decidere il futuro dell'isola. "Un territorio che sarebbe stupendo - dice il rappresentante del governo - ricco anche di storia: le catacombe del IV secolo a. C., resti della villa romana di Agrippa Postumo assassinato durante il suo esilio nel 14 d. C., il paese dagli scorci panoramici unici ed anche gli antichi edifici carcerari che ospitarono tra gli altri durante il fascismo, come il detenuto politico, Sandro Pertini che poi sarebbe diventato Presidente della Repubblica".
La strada da percorrere? "Un vertice tra Enti necessario - suggerisce Daveti - quindi Demanio, Ministero della Giustizia, Comune di Campo nell'Elba e Parco; devono dire se vogliono cambiare la situazione o lasciarla com'è. Chi soggiorna - prosegue - persone autorizzate dal Parco, non hanno assistenza sanitaria e possono contare solo sull'elicottero del 118 e sono ad ogni angolo probabili deficienze igieniche con presenze di zecche ed altri parassiti, ma anche ratti visto che i gatti sono stati fatti emigrare". E i turisti?
Neppure loro godono di servizi igienici pubblici e di sanità. Esiste però l'Hotel Milena con 12 camere e il bar-ristorante ambedue gestiti dalla Cooperativa San Giacomo sorretta dall'impegno di alcuni detenuti in regime di semilibertà, vigilati da agenti distaccati. Poi Daveti insiste sul degrado: "Un territorio in totale abbandono con circa il 70% di proprietà pubblica - dice il viceprefetto - edifici pericolanti, transennati in modo approssimativo, senza rispetto di misure di sicurezza. E vanno in malora immobili di interesse storico-artistico come il napoleonico Forte Teglia, la casa dell'Agronomo. A breve, si può ipotizzare un generalizzato crollo di questi edifici con grave perdita".
Ma non sono gli unici episodi Altri casi di incuria? La romanica Peschiera della Darsenetta, quasi ricoperta perché usata come discarica di inerti. "Da 14 anni la giurisdizione non è stata ancora ben definita - prosegue il vice prefetto. Il Demanio non consegna il territorio che una sentenza ha attribuito al Comune di Campo nell'Elba, il ministero della Giustizia possiede diversi immobili, varie forze dell'ordine occupano edifici già adibiti a caserme e il Parco gestisce il flusso turistico. Ma nessuno pensa a interventi di manutenzione".
Stefano Bramanti