Il Tirreno, 21 dicembre 2012
L'ex Isola del Diavolo apre le porte anche ai subacquei. Un campo boe per consentire l'attività di diving nel rispetto del delicato equilibrio ambientale dell'isola piatta dell'arcipelago toscano. Sette le boe che verranno posizionate nelle acque dell'isola di Pianosa tra i fondali del porto e di Punta Marchese.
Un progetto che parte da lontano, nel marzo del 2011 venne approvato dal consiglio direttivo dell'ente Parco il posizionamento, in via sperimentale di boe d'ormeggio per la fruizione sostenibile dello specchio acqueo di Pianosa ricompreso nel perimetro del Parco nazionale dell'arcipelago toscano.
Un progetto che, dopo anni di annunci, ora prende concretamente forma. A posizionare le boe, in tutto sette, due per attività di servizio e cinque per le immersioni vere e proprie, sarà una ditta elbana, la Scuba Operator di Carlo Andrea Diatto che si è aggiudicata l'appalto dei lavori (oltre 23 mila euro) preventivati dal Parco nazionale dell'arcipelago.
Un progetto a basso impatto ambientale per un campo boe che sarà utilizzato per attività professionali collegate al turismo che tiene anche conto delle caratteristiche specifiche delle imbarcazioni che accompagneranno i sub nelle escursioni guidate. I mezzi diving non potranno spostarsi intorno all'isola ma dovranno limitarsi a raggiungere le boe e rimanere alla fonda fino alla durata dell'immersione che deve essere autorizzata e programmata. Contingentati anche i gruppi dei sub, non sono ammessi contemporaneamente più di 5 gruppi di sub e di imbarcazioni che superino i quindici metri di lunghezza. Ciascun gruppo non potrà, inoltre, essere composto da più di dodici persone.