Il Tirreno, 5 giugno 2013
"Il Governo vuole riaprire il super carcere di Pianosa?". La domanda, rivolta al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, è del sindacato Sappe dopo che, spiega il segretario del sindacato di polizia penitenziaria Donato Capece, "nei giorni scorsi abbiamo ricevuto dalla direzione della casa di reclusione di Porto Azzurro una comunicazione sull'apertura del presidio navale di Pianosa. Proposta di assetto organizzativo del servizio navale di Porto Azzurro".
Il collegamento, ovviamente, è stato immediato. E per l'ennesima volta sull'isola piatta si è allungata l'ombra di una possibile riapertura del carcere. Del resto, a questo tipo di ipotesi, ci siamo abituati. L'ultimo episodio è relativo al marzo 2012, poco più di un anno fa, quando l'allora ministro Severino fece un'esternazione circa la possibile riapertura dei carceri di Pianosa e Asinara. Fino ad oggi, però, le voci si sono sempre dissolte in un nulla di fatto.
E le prese di posizione nette dei ministri hanno perso consistenza quando si sono andati a guardare i costi che la riapertura del carcere a Pianosa imporrebbe allo Stato. "È del tutto evidente - commenta Capece del Sappe - che l'istituzione di un presidio navale fisso presso l'isola di Pianosa non può che lasciare perplessi, dal momento che la predisposizione di un tale servizio non avrebbe senso se non in un'ottica di riapertura dell'istituto penale, ormai in disuso dal 1998".
La notizia di una possibile riapertura di Pianosa non trova però riscontri tra i vari enti interessati all'isola, tra cui il Parco. E non è escluso che la reintroduzione del servizio navale di stanza sull'isola sia legata all'intensificazione dell'utilizzo di detenuti in semilibertà, impegnati con i progetti e le attività di manutenzione e formazione sull'isola scattati proprio in questi giorni sull'isola piatta.