Il Tirreno Extra, 11 giugno 2013
Il decreto "Svuota carceri" del ministro Anna Maria Cancellieri incombe su Pianosa. L'ipotesi, ancora tutta da verificare, punterebbe alla riapertura della struttura chiusa nel 1998 che può ospitare fino a 500 detenuti. Ma riaprire Pianosa sarebbe un errore grave e comporterebbe dei contraccolpi seri sul turismo dell'isola. Questo è il punto di vista di Legambiente Toscana, diverso dalla presa di posizione diRossi che si è detto collaborativo sulla riapertura.
«Riaprire e gestire un carcere a Pianosa sarebbe molto più costoso che ristrutturare una struttura continentale o utilizzare le carceri nuove e mai utilizzate nel nostro Paese – sostiene Umberto Mazzantini, responsabile di Legambiente Isole minori – inoltre ci sarebbero grossissimi problemi ambientali da affrontare a cominciare da come gestire reflui, attività antropiche e rifiuti in un'isola che è protetta a terra e mare dal Parco e dalle Direttive Habitat e Uccelli dell'Unione Europea».
Secondo l'associazione ambientalista «in tempi di tagli e risparmi ci sembra scandaloso buttare letteralmente soldi in mare per riaprire un carcere costosissimo che il parlamento ha chiuso quasi 20 anni fa per motivi economici e perché riconosceva che l'isolamento insulare non era certo una precondizione utile necessaria per il 41 bis – spiega Mazzantini – riportare i mafiosi nelle nostre isole non è certo una bella idea. Diversa, come abbiamo sempre detto, è utilizzare Pianosa per detenuti a bassa pericolosità sociale per attività di formazione lavorativa in campo agricolo in ambienti semi-aridi mediterranei, ma non si può certo pensare ad una cifra alta senza distruggere i delicati equilibri ambientali che l'istituzione del Parco sta faticosamente ristabilendo».