Il Tirreno, 12 giugno 2013
Ok ai 40 detenuti ma a Pianosa niente carcere vero
Preoccupazioni per i costi e per l'ambiente
L'ex ministro Matteoli: no alla riapertura completa
Finché si parla di avere sull'isola 40 detenuti sono tutti d'accordo. Sindaco di Campo nell'Elba, presidente del parco dell'Arcipelago Toscano. Perfino l'ex ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli. Ma se si comincia a ragionare di riaprire sul serio il carcere a Pianosa, di riportarci 500 prigionieri, la musica cambia. Si mettono tutti di traverso. Contro "una sciocchezza che non risolve l' affollamento delle prigioni", dice Matteoli,oggi presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, convinto che "dobbiamo chiudere le carceri in tutte le isole".
Nasce da qui l'appello di Matteoli al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri a non riaprire il carcere di Pianosa. È identico a quello lanciato ad Angelino Alfano quando era Guardiasigilli nel governo Berlusconi. "Chiunque conosca Pianosa come la conosco io - insiste il senatore del Pdl - sa che per ripristinare il carcere occorre una cifra enorme. L'operazione risultò anti-economica già quando effettuai un sopralluogo da ministro insieme al comitato costituito per valutare il ripristino dei penitenziari. A distanza di alcuni anni, la situazione non può che essere peggiorata: quindi, si deve smettere di buttare via soldi pubblici in operazioni senza senso".
Di sicuro - rincara Giampiero Sammuri, presidente del parco dell'Arcipelago toscano - in operazioni incompatibili con un ambiente vincolato. Avere 500 detenuti sull'isola è improponibile: l'impatto ambientale sarebbe devastante. Basta pensare che a Pianosa non esiste né un sistema fognario né un depuratore. Altra questione, invece, è arrivare a 40 detenuti in semi-libertà invece dei 10 attuali: se lavorano alla manutenzione dell'isola, potrebbero realizzare interventi utili anche al parco". In questo caso, attuando il progetto di portare sull'isola una quarantina di detenuti in semi-libertà per la manutenzione dell'isola - attacca Matteoli "non si può certo parlare di riapertura del carcere. Sarebbe una presa di giro. Allora sarei favorevole anch'io a rimandare sull'isola 40 prigionieri: mi domando solo che senso abbia, quando abbiamo bisogno di risolvere il problema dell'affollamento delle prigioni. E per questo servono strutture nuove da costruire su terraferma: sono certo che ci sono molti Comuni pronti a mettere a disposizione i terreni gratuitamente per nuovi edifici". Nessuna concessione, invece - ribadisce il sindaco di Campo nell'Elba, Vanno Segnini - alla trasformazione di nuovo di Pianosa nell'isola-galera che era fino a 15 anni fa.
"Il Comune - ammette - è favorevole solo ad aumentare fino a 40 i detenuti presenti in regime di semi-libertà da utilizzare per i lavori di straordinaria manutenzione all'acquedotto, alle strade, allo sfalcio dell'erba. La loro presenza garantirebbe quella cura necessaria a un luogo a vocazione turistica che oggi ha alcune zone inaccessibili per mancanza di interventi. Grazie ai detenuti, ad esempio, si possono mettere in sicurezza i bagni Agrippa, si può tenere pulire l'isola, lo stesso Stato potrebbe intervenire su edifici di particolare pregio che sono abbandonati".
Certo - aggiunge il sindaco - i detenuti potrebbero contribuire a rendere l'isola adeguata alle persone che vogliono visitarla: in inverno soprattutto scolaresche, in estate i turisti elbani. In più ci sono gli appassionati di diving (immersioni), di catacombe, esponenti del mondo scientifico. "Per tutte queste persone per la prima volta - conclude Segnini - abbiamo creato un collegamento diretto Campo-Pianosa dove ora è possibile mangiare e pernottare nel ristorante e nell'albergo gestito da una coop che impiega i detenuti. Che in numero contenuto diventano una risorsa. A patto che non siano 500".
Ilaria Bonuccelli