Greenreport, 12 settembre 2013
Leggo con sorpresa la dura replica di Legambiente Arcipelago Toscano alla mia nota a proposito delle condizioni dell'isola di Pianosa, che ho potuto toccare con mano in occasione di un breve soggiorno di vacanza sull'isola questo agosto. Nella prima versione del testo, che non a caso ho tempestivamente provveduto a correggere, c'era scritto che era il Parco dell'Arcipelago Toscano a non aver provveduto a effettuare disinfestazioni e su questo Legambiente, che negli anni leggo sempre pronta a gettare strali contro chiunque osi soltanto nominare Pianosa, sembra aver voluto costruire una difesa d'ufficio nei confronti del Parco, che certo non era mia intenzione attaccare. Sbagliare la pubblicazione di un testo è un errore umano certo spiacevole, ma forse sarebbe meglio che gli amici di Legambiente, anziché cercare un casus belli così forzato, si confrontassero sui contenuti della mia nota definitiva, giacché questo impone il buon senso e la correttezza, perché sono convinta che tutti abbiamo lo stesso obiettivo, ovvero la salute, la promozione e la difesa del patrimonio naturale, artistico e umano di Pianosa. Non siamo qui ad additare dei responsabili, ma a cercare delle soluzioni: troppa acrimonia rischia di suonare come un'ammissione di inadeguatezza.
Veniamo ai contenuti, dunque. Dal 1997 a oggi non dubito che, grazie anche alle iniziative del Parco, l'isola abbia visto un miglioramento in termini di difesa faunistica e accessibilità. Non ho termini di paragone rispetto alla mia visita di questo agosto. Resta il fatto, come ho potuto toccare con mano, che molto resta ancora da fare (purtroppo sono ancora i ratti e non le berte ad accompagnarci durante le escursioni sull'isola) sia per completare le disinfestazioni sia per rendere ancora più fruibile l'isola alla cittadinanza, pur senza concedere alcuna deroga alla doverosa tutela del mare, della fauna e dell'ecosistema dell'isola. Se molto è stato fatto, e non ne dubito, tanto resta ancora da fare e il mio auspicio e il mio impegno saranno affinché tutti gli organi competenti, il Parco, il Demanio e la Regione, proseguano sul cammino virtuoso intrepreso sedici anni fa e che ancora deve essere evidentemente portato a pieno compimento.
Veniamo poi alla questione carcere. Nella mia "foga", come scrive Legambiente Arcipelago Toscano, non ho affatto parlato del carcere dismesso come di un'età dell'oro, giacché non ho mai avuto modo di visitare la struttura in passato, ma ho presentato un'opportunità, quella di ridare vita alla colonia agricola, che non è un "luogo comune", come asserisce dall'alto del suo sgradevole anonimato la penna di Legambiente, ma frutto dei pareri e delle impressioni raccolte tra chi sull'isola ci vive e ci lavora. Giacché gli amici di Legambiente sembrano molto addentro alle iniziative e agli atti approvati dalla Regione Toscana, certo sapranno che non soltanto la sottoscritta e il Ministro Cancellieri si sono dimostrati favorevoli a un ampliamento delle strutture detentive sull'isola, ma lo stesso Governatore Rossi, non più tardi del giugno 2013, ha detto, cito testualmente, che "sulla riapertura del carcere nell'isola di Pianosa la Regione ha una posizione collaborativa purché l'isola rimanga turisticamente accessibile e si intervenga per ridurre la pressione carceraria sulle altre strutture presenti in Toscana". E a questa presa di posizione la stessa Legambiente, per bocca del responsabile Isole Minori Umberto Mazzantini, rispondeva, cito ancora testualmente, che un'idea "diversa, come abbiamo sempre detto, è utilizzare Pianosa per detenuti a bassa pericolosità sociale per attività di formazione lavorativa in campo agricolo in ambienti semi-aridi mediterranei, ma non si può certo pensare a una cifra alta".
Insomma, scripta manent per fortuna, è proprio quanto ho scritto e penso anche io: ospitare sull'isola un numero ristretto di detenuti, una cinquantina, per riportare a nuova vita i cento ettari di colonia agricola e magare offrire sostegno al Parco nella sua attività di recupero, bonifica e valorizzazione dell'isola. Nessuno in Regione intende riportare in auge una struttura enorme, costosa e impattante dove poter ospitare molti dei mille detenuti in esubero del nostro sistema carcerario regionale.
Come gli amici di Legambiente ci insegnano, esiste un Protocollo d'Intesa firmato da Regione, Parco, Provincia e Comune per promuovere a Pianosa un turismo naturalistico, attività scientifica di alto livello, agricoltura biologica e formazione professionale. Sarebbe sufficiente impegnarci di più tutti per una sua piena attuazione anziché arroccarsi nelle solite, fastidiose e stantie guerre di campanile.
Come sempre mi firmo con nome e cognome.
Maria Luisa Chincarini, Capogruppo Centro Democratico Consiglio regionale della Toscana
Pronta la nuova replica di Legambiente Arcipelago Toscana
Prendiamo atto che la Capogruppo del Centro Democratico Luisa Chincarini rivede il suo sconsiderato attacco al Parco nazionale e porta argomentazioni meno "da bar" di quelle scritte ieri. Forse sarebbe stato meglio dare queste spiegazioni prima.
Per quanto riguarda il presunto anonimato di Legambiente la cosa ci sembra davvero nuovamente pretestuosa, visto che Legambiente Arcipelago Toscano ha dirigenti noti e conosciti e rintracciabili con i dati apposti ad ogni comunicato, a cominciare dal portavoce Umberto Mazzantini, che la Consigliera Regionale cita a proprio sostegno e che è anche chi nel nostro Circolo si occupa di Pianosa, parco e biodiversità e che, avendo per 10 anni ricoperto la carica di Consigliere del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano crediamo nesappia molto di più sulla vicenda della Capogruppo del Centro Democratico che è stata qualche giorno in vacanza a Pianosa.
Resta il fatto che la signora Chincarini, vista anche la sua carica istituzionale, invece di fare una semplice telefonata al Presidente del Parco Sammuri o alla Direttrice Zanichelli per informarsi su quanto il Parco ha fatto e fa a Pianosa e sulle difficoltà che incontra quotidianamente a svolgere le sue funzioni, ha preferito fare una un'infelice uscita sui giornali che ha addirittura dovuto correggere dopo la nostra risposta.
La Capogruppo regionale ha comunque ragione su una cosa: tutte le istituzioni dovrebbero fare il punto su Pianosa e su cosa l'ambiente dell'Isola possa sostenere.. fino ad ora hanno solo firmato protocolli mai attuati, per poi lasciare il Parco a prendersi colpe altrui.