Il Tirreno, 18 dicembre 2013
«Quanti agenti di custodia, educatori ed esperti richiederà la presenza a Pianosa di più di 80 detenuti, che sono almeno il doppio della cifra di cui si era parlato sinora?». La domanda viene posta dall’associazione Legambiente, che contesta l’accordo sottoscritto tra il presidente della Regione Rossi e il guardasigilli Cancellieri. «Ci devono spiegare come questo numero sia compatibile con l’attuale capacità di carico di Pianosa e quindi con l’attuale flusso turistico che sarebbe probabilmente almeno dimezzato – spiegano da Legambiente – ci chiediamo inoltre se il progetto è stato sottoposto al Parco, che lo Stato ha individuato come ente di protezione e governo delle risorse dell’isola di Pianosa e se è compatibile con il piano del Parco che è uno strumento sovraordinato rispetto alle normative della Regione».
Legambiente pone inoltre degli interrogativi su come il progetto della ripresa dell’attività carceraria sia compatibile con la presenza a terra e a mare di forme di protezione di Rete Natura 2000 dell’Unione Europea e su come il ritorno di un numero così massiccio di detenuti possa coniugarsi con il modello di sviluppo di Pianosa, basato su agricoltura biologica, turismo scientifico e scolastico e ricerca scientifica.
«Rossi e la Cancellieri – chiedono da Legambiente – intendono coinvolgere in questo progetto che ha aspetti così delicati il Parco (che non ha ancora il direttivo) e il ministero dell’Ambiente che il Parlamento ha individuato come istituzioni deputate a tutelare Pianosa?».