Il Tirreno, 11 dicembre 2015
Ancora bracconieri nel mare di Pianosa, nonostante siano state installate le telecamere. Legambiente lancia l'allarme contro i cosiddetti pirati che distruggono una biodiversità unica in tutto il Mediterraneo. "In questi giorni - scrive l'associazione ambientalista - ci è stata ripetutamente segnalata la presenza di pescherecci elbani e continentali che saccheggiano quello che dovrebbe essere un mare sotto protezione integrale, devastando quello che dovrebbe essere uno dei suoi ambienti più integri".
Pur di raggiungere i loro scopi i pescatori senza scrupoli utilizzano gli stessi trucchi più volte segnalati da Legambiente: reti che sembrano messe al limite dell'area marina protetta ma che poi vengono calate al suo interno, segnali "invisibili", spesso costituiti da bottiglie di plastica, posti a un metro un metro e mezzo sott'acqua ma facilmente recuperabili con i moderni mezzi di rilevamento della posizione, incursioni notturne. "A quanto ci risulta - continua Legambiente - le telecamere sarebbero in funzione ma, come temevamo, servono a poco se non c'è un controllo puntuale e se mancano gli interventi repressivi immediati per fermare questi delinquenti che stanno distruggendo un patrimonio dell'Arcipelago toscano, dell'Italia e del mondo nel nome dell'ingordigia, dello spreco di bellezza e del dispregio delle leggi italiane e delle direttive europee che proteggono Pianosa e il suo mare".
Telecamere e controlli remoto da soli sono insufficienti a reprimere il fenomeno del saccheggio. Urgono sorveglianze continue in loco e interventi rapidi e certi. "Senza un inasprimento delle pene - fanno notare gli ambientalisti - e delle multe, che rendano diseconomico il rischio di ricche pescate di frodo a Pianosa e che prevedano, come succede in altri Paesi, il sequestro dell'imbarcazione e l'annullamento della licenza di pesca per i predatori delle aree marine protette, questi pirati del mare continueranno nella loro opera di sistematica distruzione di un preziosissimo bene comune. Ci sembra proprio arrivata l'ora di fermarli. Chi può e deve intervenga subito - concludono - per mettere la parola fine a questa scandalosa mattanza di biodiversità e legalità".