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IN TRE ANNI CENTO CAPI CATTURATI O ABBATTUTI

Il Tirreno, 5 febbraio 2016

L'obiettivo è chiaro. Via tutti gli esemplari di lepre europea da Pianosa. Al loro posto il Parco reintrodurrà gli esemplari di "lepre italica", una specie spazzata via nel corso dei secoli dalle nostre coste e che rischia seriamente l'estinzione. Il progetto Life13 NAT/IT/000471 "Island conservation in Tuscany", elaborato da Ispra con il Parco è finanziato con i fondi dell'Unione europea e prevede la realizzazione di una serie di interventi (catture e abbattimenti per eliminare di specie alloctone invasive o introdotte in tempi recenti e volti alla reintroduzione di popolazioni autoctone. La specie autoctona in questione è la lepre italica, presente nei secoli scorsi a Pianosa e all'Elba ma progressivamente spazzata via dalle nostre coste. Una delle cause della scomparsa della lepre italica è legata, secondo gli studiosi dell'Ispra, alla competizione e alla diffusione di patologie comuni con la lepre europea, autoctona nella parte continentale della provincia di Livorno ma non sull'arcipelago toscano, dove è stata introdotta in tempi non troppo lontani per scopo venatorio.

Nei mesi scorsi il personale del Parco e i tecnici dell'Ispra hanno compiuto una serie di monitoraggi per quantificare la popolazione di lepre europea sul territorio dell'isola di Pianosa. In tutto i capi stimati si attestano sulle 100 unità. Le tecniche adottate per la realizzazione dei prelievi di lepre europea sono la cattura con reti a tramaglio con l'aiuto di cani e battitori o gli abbattimenti, che saranno eseguiti dal personale volontario adeguatamente formato dal Parco.

Il vero e proprio inizio della rimozione della popolazione di lepre europea avrà inizio a febbraio, con il piano di catture (prima metà di febbraio) e di abbattimenti con selecontrollori (marzo). Gli studi dell'Ispra escludono che le tecniche di cattura e abbattimenti possano comportare rischi significatici per le altre specie presenti sull'isola. Le lepri abbattute saranno tutte oggetto di prelievi specifici a cura dell'Ispra per fini di studio della biologia riproduttiva sull'isola e non potranno in alcun modo essere venduti. Al termine del triennio il Parco e Ispra contano di aver creato le condizioni per la reintroduzione nell'ex isola del Diavolo della lepre italica.

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