Il Tirreno, 24 agosto 2016
Subito l'area marina protetta.
Legambiente risponde a Barbetti: ma non voleva portarci i profughi?
Prima dell'accesso regolamentato delle barche si pensi a istituire finalmente l'area marina protetta di Pianosa. Č la risposta che Legambiente Arcipelago toscano dā al sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti, riguardo al posizionamento di boe intelligenti per le barche da diporto. "Quella delle boe intelligenti - spiegano dall'associazione - per evitare l'ancoraggio selvaggio che vediamo anche all'Elba, č una vecchia proposta di Legambiente che č stata ignorata e lasciata cadere proprio dalle amministrazioni comunali elbane, č quindi un bene che oggi torni in auge e che qualche sindaco la faccia propria".
A Legambiente, tuttavia, non sfuggono alcune contraddizioni alla base della proposta di Barbetti. "Ora, di fronte agli yacht dei ricchi l'isola č diventata nuovamente "bene comune", mentre quest'inverno Barbetti voleva trasformarla in un centro di raccolta per migliaia di profughi e proponeva come modello quello australiano: la deportazione nelle isole di Nauru e Manu. Le boe intelligenti sono certamente meglio di un fallimentare lager per poveri cristi, ma Barbetti, che č uno dei pochi sindaci favorevoli, scorda una cosa: a Pianosa non esiste una vera e propria area marina protetta e per quanto riguarda l'Elba sono stati proprio i comuni ad aver impedito che se ne potesse solo discutere".
Č questo, secondo Legambiente, il vero scandalo, non le multe che devono giustamente pagare i furbetti degli yacht che violano il mare protetto di Pianosa, disposti a pagare sanzioni per loro irrisorie. Senza l'area protetta sarā difficile far passare le boe per i "poveri ricchi" che si lamentano di non poter andare a Pianosa con gli yacht, cosa che, comunque, non ci sembra proprio una prioritā".