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PIANOSA: STUDIO DI FATTIBILITA' PER FARE VINO CON DETENUTI

Controradio, 30 settembre 2016

La volontā di creare un vigneto, da coltivare insieme ai detenuti, sull'isola di Pianosa "c'č", attualmente "stiamo lavorando per fare la mappatura dei vari terreni e vedere quali sono di competenza del ministero della Giustizia, quali del Demanio e quali dell'Ente parco dell'Arcipelago toscano. In accordo con il Comune di Campo nell'Elba, che č commissariato, vogliamo chiedere la concessione di 30 ettari" da destinare alle viti. Lo ha detto il provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria della Toscana Giuseppe Martone, a margine di un incontro a Firenze organizzato dai Frescobaldi insieme al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina e dedicato, tra l'altro, al progetto Gorgona.

Panorama

Sull'isola carcere, infatti, Frescobaldi ha piantato due ettari di vigneti che sta coltivando insieme ai detenuti giungendo proprio in questi giorni alla quinta vendemmia. A Pianosa, dove il carcere č chiuso dal 2011, il progetto potrebbe essere replicato, ha spiegato Martone, "tanto č vero che il ministero della Giustizia sta lanciando un progetto che riguarda l'economia agricola nelle isole carceri della Sardegna e della Toscana.

"In Toscana questo riguarda appunto Gorgona e Pianosa. Il progetto dovrebbe portare ad aumentare il numero di detenuti che scontano la loro pena all'aperto". Per Pianosa "lo studio di fattibilitā č giā stato fatto", e successivamente sarā svolto un bando per la gestione dei terreni da piantare a viti. Attualmente, ha ricordato, "č giā in produzione un orto e l'idea č quella di applicare un welfare state diverso dall'accezione classica, per andare oltre a un'idea di mero assistenzialismo nei confronti delle categorie protette" e aprire anche al contributo dei privati che abbiano le competenze "utili a rendere produttivo un qualcosa, sia esso un vitigno o un orto. E' allo studio anche una decretazione legge che permetta di vendere a un prezzo di mercato competitivo questo tipo di produzioni e poi reinvestire in attivitā proprie. L'importante č che queste attivitā siano produttive - ha concluso - e che abbiano un ritorno anche per soddisfazione di chi ci lavora e che possa avere un ritorno economico".

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