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PIANOSA, VIA I RATTI E DOVRANNO EMIGRARE RICCI E GATTI SELVATICI

Il Tirreno, 12 ottobre 2016

Pianosa, via i ratti e dovranno emigrare ricci e gatti selvatici.
Il Parco ha dato l'ok al piano da battaglia contro i predatori. L'obiettivo è tutelare le specie originarie dell'isola.

"Via gli stranieri da Pianosa". Per una volta, però, le proteste anti immigrazione non c'entrano niente. Gli stranieri, o più propriamente gli "alieni", sono gli animali non autoctoni che, attraverso un piano molto articolato dal punto di vista logistico, saranno eliminati dall'isola piatta. Di cosa stiamo parlando? Dei ratti neri, autentiche minacce per la riproduzione delle specie protette di Pianosa. Ma anche di gatti selvatici e ricci, animali importati di recente sull'isola e predatori che, di fatto, mettono a rischio l'equilibrio dell'ecosistema pianosino. Ebbene per i primi, i ratti, il Parco ha appena approvato un piano di eradicazione particolarmente complesso dal punto di vista logistico, per gli altri (gatti e ricci) saranno organizzate delle catture e una "traslocazione". Sono questi, in sintesi, gli obiettivi compresi nel maxi progetto comunitario "Resto con Life - Island conservation in Tuscany, restoring habitat not only for birds" che, attraverso corposi finanziamenti europei (per il 2016 gli interventi verranno a costare circa 1,5 milioni di euro) e la collaborazione tra enti come Ispra, Parco nazionale, Corpo Forestale e Università, mette in campo interventi mirati per la difesa delle specie autoctone delle isole dell'Arcipelago. Nel caso di Pianosa sono soprattutto le Berte Maggiori e i Gabbiani Corsi a dover essere difesi dai predatori che, ogni anno, ne riducono in modo sensibile la capacità di riproduzione. Il progetto Resto con Life, negli ultimi anni, ha compreso interventi rilevanti come l'eradicazione dei ratti da Montecristo e le recenti catture delle lepri europee da Pianosa. Tra le specie aliene sono compresi anche i vegetali, come l'Ailanto. Non sono mancate, in passato, polemiche soprattutto nelle fila delle associazioni animaliste. Il Parco ha sempre riposto spiegando come il tema della lotta alle specie invasive sia una priorità, indicata come tale dalla stessa Unione Europea.

L'eradicazione dei ratti.

Via i ratti dall'isola di Pianosa. È l'obiettivo che il Parco si è dato con il piano approvato il 29 settembre scorso, che si inserisce in un quadro complessivo di interventi di tutela degli uccelli marini dell'arcipelago toscano. A Pianosa, infatti, il successo riproduttivo delle berte maggiori è inferiore al 20%, a causa dell'alto tasso di predazione. E il ratto è l'indiziato numero uno per i rischi di estinzione degli uccelli marini sull'isola, oltre a rappresentare un pericolo per lucertole, invertebrati, uccelli non marini e vegetazione autoctona dell'isola. La popolazione del ratto nero a Pianosa è stata ed è tutt'ora costantemente monitorata. L'intervento previsto su Pianosa si basa su una distribuzione di esche all'interno di erogatori (ne saranno posizionati circa 5mila, per questo sarà necessaria una programmazione logistica di notevole livello), distribuiti su tutto il territorio dell'isola. I tecnici hanno condotto un studio al fine di scegliere il principio attivo più adatto, in modo da poter trovare il giusto compromesso tra l'efficacia dell'intervento e il contenimento dei rischi per le specie animali diverse dal ratto. Per questo si è scelto di utilizzare come principio attivo il Boramdiolone (anticoaguluante con tasso di tossicità meno elevato) per la prima distribuzione e Brodifacoum per la seconda distribuzione (più efficace ma più tossico), solo quando il numero di ratti sarà più esiguo e ci saranno meno rischi di intossicazione secondarie. Il cronoprogramma riportato nel piano approvato dal Parco prevede la prima somministrazione nel gennaio del 2017, diverse distribuzioni in tutto l'anno, fino ad ottobre quando si procederà al completamento dell'intervento. Le operazioni saranno portate avanti da squadre di operai specializzati e personale scientifico.

La cattura di gatti selvatici e ricci.

Non saranno solo i ratti a dover sparire dall'isola. Il Parco ha infatti approvato un protocollo per la cattura e la traslocazione della colonia di gatti selvatici di Pianosa, almeno 28 elementi ritenuti responsabili dei danni a popolazioni di specie nidificanti come la berta maggiore e il gabbiano corso. La cattura, inoltre, è nell'interesse degli stessi gatti, che sull'isola sono in condizioni di malnutrizione. L'opera di cattura, attraverso trappole, partirà questo autunno. Saranno posizionate almeno trecento trappole, controllate a cadenza quotidiana da operatori. Gli animali catturati saranno prima tenuti in una struttura adeguata sull'isola, poi assegnati a varie colonie feline del continente. Un veterinario seguirà le fasi della cattura e del trasferimento degli animali. La catena dei predatori sarà azzerata, dunque. Tanto che contemporaneamente ai gatti selvatici saranno portati via anche i ricci, portati sull'isola (non si sa in quale occasione) solo di recente (negli anni '50 non erano presenti). I ricci, specie non autoctona, sono considerati responsabili della scarsa riproduzione di alcune specie di uccelli che nidificano a terra. Alla cattura che si svolgerà in parallelo a quella del gatto selvatico, attraverso trappole posizionate a terra, seguirà il ricovero degli animali all'interno di un'ampia zona dotata di acqua e cibo per circa una settimana, fino a quando saranno trasferiti in continente e liberati in zone lontane da strade trafficate.

Luca Centini

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