Il Tirreno, 4 luglio 2017
Pianosa: l'erosione si studia coi droni.
Ok al progetto di Agenzia spaziale, Cnr e Ibem per il controllo dell'arretramento dei banchi di posidonia.
Droni in volo su Pianosa per fotografare e analizzare dal punto di vista scientico l'arretramento dei banchi di posidonia. In questi giorni l'Istituto di Biologia ed Ecologia Marina di Piombino è venuto a conoscenza che è stato approvato all'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) un importante progetto "Rischi naturali Indotti dall'attività umana - coste". L'obiettivo di questo progetto è disegnare, sviluppare, dimostrare e validare una piattaforma tematica (Tep) dedicata alle aree costiere (mare e terra) che ospiti tecniche e procedure di elaborazione dei dati satellitari e dei dati in situ permettendo un efficiente accesso agli archivi e una interazione diretta con l'utente che potrà attivare l'elaborazione secondo i propri requisiti.
Lo studio sull'isola piatta. Uno dei siti di lavoro scelto è stato l'isola di Pianosa. L'Ibem, da anni ormai, possiede dei laboratori a Pianosa. Grazie a questo progetto finanziato è nata questa importante collaborazione tra l'Ibem di Piombino e l'Asi. "I biologi marini dell'istituto lavoreranno a fianco di ingeneri e tecnici dell'Asi sull'isola di Pianosa - danno sapere dall'Ibem di Piombino - lo studio dell'arretramento della posidonia oceanica per mezzo di droni. L'Istituto di biologia ed ecologia marina di Piombino sta lavorando alla preparazione di un importante progetto in collaborazione con Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira) e con il Cnr di Bologna Istituto di Scienze Marine (Ismar)".
Controllo sull'erosione. La Posidonia oceanica è una fanerogama marina estremamente importante per l'ecosistema marino e le sue praterie rappresentano un freno naturale contro l'erosione costiera. "Purtroppo negli anni - spiegano da Ibem - a causa principalmente delle attività antropiche, le praterie di posidonia hanno subìto un forte arretramento con conseguente erosione delle spiagge antistanti. L'obiettivo di questo progetto è quello di utilizzare dei droni che, per mezzo dei colori del fondale che riprendono, dovrebbero riuscire a registrare il tipo di fondale e discriminare il limite superiore delle praterie dalle beach rocks e distese di alghe, oltre a fornirne le coordinate precise e la loro distanza dalla costa prospiciente in modo da poter verificare negli anni il loro eventuale arretramento e misurarne l'entità". Verranno utilizzati due tipi di droni: dei droni che volano (Cira) e dei droni che navigano sulla super×cie dell'acqua (Cnr di Bologna) prendendo energia direttamente dal sole. Il compito dei biologi marini dell'Istituto di biologia ed ecologia marina di Piombino sarà quello di andare in immersione a riprendere quello che realmente c'è sul fondale e confrontare così i video dei droni, sia natanti che aerei, con quelli dei biologi subacquei. "Prove della discriminazione dei colori su strutture sommerse da parte dei droni erano già state fatte dall'Ibem per l'Autorità Portuale di Piombino- Elba nel 2013 e dalle riprese effettuate si vedeva bene la differenza di colori tra la posidonia oceanica, i fondali e le beach rocks in costa est - spiegano dall'istituto piombinese - l'Ibem comunicò a Regione e Provincia che, dai risultati di questo studio, si capiva che la chiusura dei varchi tra le rocce con massi sarebbe stato un valido sistema per proteggere il litorale dall'erosione.