Il Tirreno, 8 febbraio 2018
Pianosa, guerra dichiarata alle pernici e ai fagiani
Parco e Ispra danno il via al piano di abbattimenti per eliminare tutti gli esemplari
Il motivo? Non sono specie autoctone e sono un pericolo per flora e fauna locali
I fagiani e le pernici saranno eliminati dall'isola di Pianosa, in quanto specie non autoctone ma introdotte dall'uomo. Il Parco nazionale dell'Arcipelago toscano con una delibera di consiglio ha approvato i protocolli per la cattura, il trasferimento e l'eradicazione di queste due specie, oltre ad aver anche avviato l'iter per la formazione di operatori che parteciperanno all'operazione. Le modalità del prelievo sono quelle riferite al protocollo stabilito con il progetto Resto con Life che prevede una serie di interventi per riqualificare le comunità animali dell'isola piatta. La prima fase della campagna prevede la cattura con apposite trappole. Se poi questo non risultasse totalmente risolutivo, per gli "individui residui" verranno successivamente programmati abbattimenti da parte di operatori specializzati. Sia fagiani che pernici infatti non appartengono alla fauna originale dell'isola. Il fagiano è stato introdotto dall'uomo a metà del 1800 e l'Alectoris, un ibrido di pernice rossa e coturnice orientale alla fine del 1800. Ancora una volta la deliberazione del Parco fa discutere, perché non manca chi mette in dubbio la necessità di dover operare l'eradicazione di queste specie. "Mi domando se questa sia la decisione più giusta ed appropriata - scrive infatti Michele Rampini, in passato segretario del circolo del Pd di Portoferraio - Si afferma che questi volatili non rappresentino una popolazione faunistica autoctona e che vadano eliminati dall'ambiente in cui in realtà sono nati da generazioni e non si spiega se sono pericolosi per altre specie, né tanto meno per l'uomo. Non sono contro una caccia regolamentata ma contro un facile sterminio".Obiezioni a cui ormai il Parco è abituato. "Ogni volta è così - commenta il presidente del Pnat, Giampiero Sammuri - ma come tutte le operazioni che facciamo in questo campo c'è la partecipazione e il controllo dell'Ispra, il massimo organismo italiano scientifico per la protezione e la ricerca ambientale. Dobbiamo agire su quelle specie che distruggono la flora e la fauna". Fagiani e pernici nella fase giovanile hanno un'alimentazione insettivora e da adulti granivora. "Entrano quindi - spiega ancora Sammuri - in competizione con altri uccelli, non avendo predatori, a parte qualche rapace". Da qui la necessità di un intervento del Parco. La campagna è già iniziata con le catture che hanno sfoltito la popolazione di Pianosa. Questa che prevede gli abbattimenti è la fase finale. "Noi speriamo di concluderla il prima possibile - continua il presidente dell'ente Parco - ma è difficile dirlo, perché meno capi rimangono, più è difficile arrivare alla fine". Pernici e fagiani non sono le sole specie nel mirino del Parco. Dopo il successo su Montecristo, l'ente intende eradicare il ratto nero anche da Pianosa."Anche se qui è molto più difficile - commenta Sammuri - perché ci sono molti immobili. Abbiamo fatto un intervento intenso ma dovrà passare del tempo prima di essere sicuri di aver eradicato il ratto. Montecristo è stata decretata "Isola rat free" dopo 5 anni dall'intervento, quando era stato accertato che non ci fosse più nessun ratto in giro".
La campagna
Dormiranno negli alloggi messi a disposizione dal ministero di Grazia e Giustizia sull'isola di Pianosa. Circa 42 selecontrollori adeguatamente formati a cui è affidato il compito di abbattere i fagiani e le pernici dall'isola piatta. I selecontrollori, infatti, sono arrivati da diverse ore sull'isola e sialterneranno in 4 turni settimanali nel periodo dal 7 al 27 febbraioe dal 6 al 13 marzo per un numero stimato di circa 14 persone per turno. Per i pernottamenti il Parco ha impegnato circa 2mila euro, da girare al ministero di Grazie e Giustizia.