pianosapianosa

PIANOSA: AN ITALIAN ISLAND FROM THE PALAEOLITHIC AGE, NOW A NATURAL PARK MAINTAINED BY DETAINEES

One Planet Rating, agosto 2018

One Planet Rating ha intervistato Mauro Mazzei Braschi - cofondatore dell'Associazione per la Difesa dell'Isola di Pianosa - l'organizzazione non-profit che lavora con passione per condividere gli oltre 10 000 anni di storia di Pianosa con i visitatori. Gli iscritti all'Associazione raccontano ai visitatori i loro ricordi di Pianosini (abitanti di Pianosa), nati e cresciuti in quello che oggi è diventato un famoso Parco Naturale, dove vivono soltanto una ventina di persone, dei quali soltanto uno ha la residenza.

Associazione per la Difesa dell'Isola di Pianosa - come mantiene viva la storia di Pianosa

L'organizzazione non-profit è stata fondata nel 1995 da Mauro (secondo da destra nella foto) e da alcuni suoi vecchi compagni. Mauro, nato e vissuto nell'isola per oltre 20 anni, ha spiegato a One Planet Rating (OPR) le ragioni che lo hanno spinto insieme ai suoi vecchi amici a costituire l'associazione:

"L'associazione è stata fondata poiché, dopo la chiusura del carcere di massima sicurezza, l'isola divenne inabitata per diversi anni e nessuno ne conosceva la storia, in quanto le visite erano state proibite quando il carcere era attivo, per motivi di sicurezza".

Oggi, con oltre 600 iscritti, l'associazione gestisce una mostra fotografica con vecchie foto e videofilmati dell'isola, dove le offerte libere dei visitatori contribuiscono ad aiutare l'Associazione a completare, con grande soddisfazione, le ristrutturazioni di edifici ed alcune opere di interesse storico. I membri dell'Associazione si prodigano giornalmente a condividere con i visitatori dell'isola i vari vissuti storici e aneddoti della loro infanzia trascorsa su questo paradiso naturale.

I membri dell'Associazione: (da sinistra) Pier Francesco Pacini, Valter Tanghetti, Maria Paola Grassi, Mauro Mazzei Braschi e Pietro Campanella
I membri dell'Associazione: (da sinistra) Pier Francesco Pacini, Valter Tanghetti, Maria Paola Grassi, Mauro Mazzei Braschi e Pietro Campanella
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La storia di Pianosa

L'isola venne denominata Planasia (piana) ai tempi dei Romani, data la sua natura pianeggiante, con il punto più alto che raggiunge i 29 metri. I Romani costruirono ville, porti e bagni termali durante la loro permanenza sull'isola, che ospita inoltre due livelli di catacombe (foto sotto) risalenti al III secolo d.C. Ad oggi sono state ritrovate 700 sepolture, che si estendono su una superficie di oltre 110 metri di corridoi, costituendo il complesso di catacombe più esteso a nord di Roma, oltre ad uno dei luoghi più visitati e apprezzati dell'isola.

Le condizioni uniche dell'isola, con una superficie di soli 10 km2, hanno fatto si che nel 1856 Pianosa diventasse una Colonia Penale Agricola, convertita nel 1977 in carcere di massima sicurezza e successivamente in penitenziario per i reclusi soggetti al regime speciale dell'articolo 41 bis. Nel 1998 il penitenziario viene chiuso e soltanto alcune forze dell'ordine rimangono di sorveglianza sull'isola. Oggi Pianosa ospita una cooperativa di volontari e detenuti in stato di semilibertà, che gestiscono un albergo e un ristorante e varie mansioni di manutenzione.

Particolare delle sepolture, risalenti al III secolo d.C.
Particolare delle sepolture, risalenti al III secolo d.C.
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Come godersi l'Isola al meglio - cosa vedere e cosa fare a Pianosa

Secondo Mauro, il miglior periodo per visitare l'isola è Aprile/Maggio ed anche Settembre/Ottobre, data la minore affluenza di turisti e il clima più temperato, da cui deriva un fiorire di profumi e colori davvero unico. Solitamente si consiglia ai visitatori di trattenersi sull'isola per almeno un paio di giorni, godendosi un'atmosfera particolare e una vista incantevole sul mare da una delle 10 camere dell'Albergo Milena.

Passando la notte a Pianosa si ha modo di scoprire ciò che Mauro definisce la migliore parte dell'isola: "il buio della notte è la parte migliore dell'isola, perché dà l'opportunità di vedere stelle e pianeti che non si riuscirebbero a vedere da altre parti". Durante eventi particolari, l'Associazione organizza anche eventi notturni con degli astrologi.

L'unico posto visitabile liberamente sull'isola è il paese, che occupa soltanto il 10% della superficie dell'isola. La restante parte è area rigidamente protetta, ed è visitabile esclusivamente attraverso escursioni, come ad esempio trekking, snorkeling, mountain bike e kayak, rigorosamente accompagnate da guide autorizzate. Per i più appassionati, in collaborazione con l'Università di Siena (tra cui Luca Maria Foresi, cugino di Mauro e vicepresidente dell'Associazione) Pianosa offre anche delle escursioni geologiche, per scoprire come è nata e si è evoluta l'isola di Pianosa.

Il posto preferito di Mauro a Pianosa? Il vecchio porticciolo del paese, perché come spiega a OPR: "Il porticciolo è un gioiellino… era il punto nevralgico di Pianosa. Quando il traghetto arrivava al porto, sebbene fossimo tristi di vedere famigliari e amici lasciare l'isola, allo stesso tempo eravamo sempre curiosi di vedere chi arrivasse di nuovo". Durante il suo racconto si definisce "affetto dalla Pianosite, una malattia che si cura stando il più possibile sull'isola. Passo a Pianosa l'ultimo dell'anno, Pasqua... ogni festività è una scusa per tornare nella mia bella Pianosa" ha detto Mauro a OPR.

Cala del Bruciato - una delle tante calette visitabili durante le escursioni guidate sull'isola
Cala del Bruciato - una delle tante calette visitabili durante le escursioni guidate sull'isola
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Sostenibilità sull'isola: Pianosa punta all'autosufficienza

Come in ogni Parco Nazionale, su Pianosa vigono regole severe allo scopo di preservare il patrimonio archeologico e ambientale dell'isola, dove è vietata la pesca, l'ancoraggio e l'avvicinamento fino a due chilometri dalla costa. L'unico modo per raggiungere l'isola è tramite un traghetto che ferma all'isola d'Elba, che si trova solo ad un'ora di distanza. A dare un dolce benvenuto ai visitatori sull'isola sono i delfini, che spesso vengono avvistati durante il viaggio in nave. Mauro ci ha descritto anche altre iniziative per proteggere l'integrità dell'isola, come ad esempio il numero limitato (250) di visitatori giornalieri che vi possono sbarcare. "Il menù del ristorante offre piatti locali insieme a frutta e ortaggi che sono prodotti nell'orto dell'isola, che è mantenuto dai detenuti".

A contatto con i detenuti: conoscere i detenuti è un'esperienza unica per i visitatori, che hanno la possibilità di rapportarsi liberamente mentre questi sono di servizio al ristorante o durante alcune escursioni. Mauro ricorda: "Quando vivevo sull'isola negli anni '50, a parte l'ufficio postale, un tabacchi e il guardiano del faro, tutto il resto era gestito dai detenuti, come il barbiere ad esempio. Avevamo davvero un bel rapporto con loro".

Raccolta differenziata già negli anni '50

L'attenzione dedicata alla raccolta dei rifiuti è sempre stata una grande priorità sull'isola. Se oggi i visitatori devono riportare a terra ogni tipo di rifiuto da loro prodotto durante la permanenza, Mauro ricorda che "negli anni '50, quando l'isola aveva oltre 1000 abitanti, un asinello chiamato Teresina (nella foto sotto) passava casa per casa a prelevare i rifiuti, che già erano raccolti in maniera differenziata. Teresina era un'istituzione per tutti noi Pianosini".

Teresina con il detenuto incaricato della raccolta indifferenziata dei rifiuti
Teresina con il detenuto incaricato della raccolta indifferenziata dei rifiuti
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Massimiliano Donadio

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