Elbareport, 7 agosto 2019
"Il degrado che è stato denunciato è sotto gli occhi di tutti e riguarda soprattutto lo stato di buona parte degli edifici presenti sull’isola. Dal mio punto di vista, però, è opportuno chiarire quali sono le competenze del Parco". A pochi giorni dalla pubblicazione di due articoli del Corriere Elbano su alcune anomalie a Pianosa, fotografate in un reportage e oggetto di un botta e risposta con il sindaco di Campo nell’Elba Davide Montauti, parla Giampiero Sammuri, presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, uno degli Enti che ha competenza sull’isola piatta.
A partire da quei due edifici, gli unici, di proprietà del Parco. Si tratta di Villa Literno e della Casa dell'Agronomo. "La prima – spiega Sammuri – è stata ristrutturata e arredata, poi inaugurata e aperta a giugno 2013, come Casa del Parco di Pianosa, con sistema di fitodepurazione, un punto di riferimento per i turisti e di offerta di numerosi spazi di fruizione sia a terra che a mare. Per quanto riguarda la Casa dell’Agronomo, sono già iniziati i lavori di ristrutturazione dell’immobile e delle relative pertinenze".
Presidente, Pianosa si trova in uno stato di degrado, anche se la responsabilità non è del Parco dato che gli edifici abbandonati non sono di vostra proprietà. Però, è mai possibile che un turista debba pagare un ticket di accesso e poi trovarsi di fronte a immobili che cascano a pezzi?
E’ bene fare una precisazione. Il ricavo dei biglietti viene destinato per metà al Parco, il restante viene versato al Comune di Campo nell’Elba. In poco meno di vent’anni, il Parco ha incassato 1.164.371 euro. Una cifra ben al di sotto degli oltre 2.100.000 euro spesi per gli interventi sugli immobili di nostra proprietà. Considerando i finanziamenti ministeriali, il nostro Ente, soltanto con i lavori di ristrutturazione, ha investito su Pianosa almeno 300mila euro in più rispetto a quanto incassato con il biglietto di ingresso.
L’Ente Parco sta lavorando nella direzione del “Plastic Free” con diverse iniziative. Eppure, come avrà letto dal nostro reportage, a Pianosa sembra che la plastica sia ancora in uso nonostante un’ordinanza comunale.
Sono stato in visita a Pianosa anche di recente. Sinceramente, non ho messo piede all’interno del bar-ristorante. Per cui, non saprei rispondere a queste affermazioni. Detto ciò, sono assolutamente d’accordo sul fatto che l’isola, così come tutta Italia, dovrebbe essere “Plastic Free”. L’iniziativa è molto importante e ambiziosa per tutto il territorio di nostra competenza. Ad ogni modo, dopo la vostra denuncia, mi sono ripromesso di fare un salto a Pianosa per verificare.
Ammesso e non concesso che una parte di frutta e verdura utilizzata derivi dall’orto di Pianosa, è a conoscenza del fatto che ne arrivi una discreta quantità anche da Piombino?
Dico soltanto che sarebbe bene utilizzare il più possibile i prodotti dell’orto dell’isola. Che, tra l’altro, sono di un’eccellente qualità. Una cosa è certa. Ho letto il vostro ultimo articolo, posso dire che l’ananas (fotografato sulla nave che da Piombino porta i turisti in visita sull’isola-carcere, ndr) sicuramente non si coltiva a Pianosa.
La Casa del Parco ha un sistema di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue. Vale lo stesso anche per il resto dell’isola?
No, in effetti a Pianosa c’è un problema di smaltimento dei reflui.
Quindi si scarica tutto in mare?
Sì. Ma il problema è che non esiste un sistema di depurazione che tratta le acque prima di scaricarle in mare. Il problema si trascina, comunque, da tempi più lontani, quando il carcere era ancora in funzione. Anzi, a dire la verità, oggi la densità della popolazione è certamente inferiore e la situazione è meno critica rispetto agli anni passati.
Non c’era un depuratore negli anni del carcere?
Sì, ma non è stato mai attivato. E comunque, ora che le presenze sono molto più basse sarebbe anche inutile metterlo in funzione.
Quali sono le soluzioni?
Un sistema di fitodepurazione, come quello che utilizziamo noi per la Casa del Parco. Oppure ancora, prevedere uno scarico a mare ma con una condotta in grado di portare i reflui ad una certa distanza dalla costa. Insomma, un problema che sicuramente va affrontato. Ma non è di nostra competenza.
Presidente, com’è andata questa stagione turistica sull’isola?
Direi bene. C’è un interesse forte da parte dei turisti. L’impressione è che si sia superato il dato record dell’anno scorso.
Spostiamoci da Pianosa all’Elba, dove esiste ancora un problema legato ai cinghiali. Proprio in queste ultime ore, a Genova, un agricoltore è stato aggredito ed ucciso da un cinghiale nel suo orto. Come state lavorando per arginare questo rischio per la popolazione?
Stiamo portando avanti un monitoraggio molto preciso con catture e abbattimenti. Da un convegno dello scorso anno è emerso come il nostro Parco abbia registrato la maggiore quantità di abbattimenti e catture. So benissimo che i danni che fanno i cinghiali sono notevoli. C’è da dire che senza i nostri interventi di controllo, il problema sarebbe certamente maggiore.