Fondazione Isola d'Elba, 20 Maggio 2020
Dopo l’emergenza sanitaria è arrivata quella socio economica. Il turismo è la principale fonte di reddito della nostra isola ma rischia di essere l’attività più penalizzata. L’Elba ha un patrimonio naturale e culturale straordinario, in grado di attrarre un pubblico internazionale qualificato, ma sino ad oggi abbiamo sfruttato solo una piccola parte del nostro potenziale.
Le cause sembrano svariate: trasporti, infrastrutture, prezzi, incapacità di fare squadra, mancanza di un piano strategico ecc. Dobbiamo però riconoscere che le cause dei successi e degli insuccessi siamo sempre noi. Siamo riusciti a preservare la nostra isola da speculazioni e scempi ambientali ma non riusciamo a coniugare la tutela con la valorizzazione. Eppure dovrebbero andare di pari passo. Purtroppo la frammentazione amministrativa con 7 Comuni, Provincia, Regione, PNAT ecc, rende le buone intenzioni non realizzabili. Ognuno di questi enti persegue le sue particolari finalità in contrasto con gli altri, così nessuno si occupa dell’Elba nel suo insieme. Dunque non c’è modo di creare un sistema unitario di tutela e valorizzazione.
Questa grave piaga è il vero motivo dei nostri problemi, ma non si risolverà in pochi mesi. Nel frattempo è urgente mettere in campo strategie per incentivare il turismo e la visibilità mediatica del nostro territorio. In televisione osserviamo file di persone che vanno ad impegnare i gioielli di famiglia pur di sopravvivere. I gioielli servono anche a questo, nei momenti difficili possono salvarci!
Noi abbiamo 2 gioielli di valore immenso, totalmente trascurati ed in stato di completo abbandono. Sono Montecristo e Pianosa. Riteniamo che l’apertura di Pianosa, almeno al turismo da diporto privato, creerebbe una fortissima attrazione mediatica internazionale, ed un immediato flusso turistico di qualità. In pratica potremmo concedere a pagamento un ragionevole numero chiuso di permessi giornalieri diurni, che permetterebbero alle imbarcazioni private di entrare entro il miglio di distanza, ormeggiare, fare bagno, snorkelling e magari anche arrivare a nuoto sulla costa a prendere il sole entro 20/30 metri dalla battigia .
Nessuna attività di pesca o prelievo, nessun danno per l’Ambiente. Con una tariffa giornaliera proporzionata alle dimensioni delle imbarcazioni siamo convinti che si possano recuperare ingenti somme non solo per le pulizie e i controlli di cui Pianosa ha tanto bisogno. Inoltre creeremmo uno straordinario indotto economico occupazionale sull’Elba, catturando anche nuovo turismo pregiato. Quando si perde un cliente è difficile recuperarlo, ma quando si riesce ad attrarre nuovi turisti, se si trovano bene, continueranno a tornare. E’ di questo che abbiamo bisogno!
Dobbiamo far innamorare nuove persone delle straordinarie bellezze dell’Arcipelago Toscano. Quanto abbiamo detto per Pianosa può valere in forma più esclusiva anche per Montecristo. Abbiamo luoghi fantastici rimasti integri, ma integri non deve significare abbandonati e infrequentabili. I luoghi hanno bisogno dell’amore delle persone e le persone si affezionano ai luoghi che frequentano. Siamo sempre noi, le persone, che dobbiamo proteggere ed amare le nostre isole. Il periodo degli inutili divieti deve terminare, dobbiamo iniziare a dare valore a ciò che siamo.
Ci auguriamo che PNAT e Comuni diano avvio ad un rapido percorso di valorizzazione, apertura e tutela, in primis di Pianosa ma anche di Montecristo. Dopo tanti anni ci sembra di notare nell’ ultimo periodo di gestione del PNAT, piccoli ma incoraggianti miglioramenti. Visto che da decenni ci viene ripetuto che il Parco può diventare il volano economico per del territorio, questo è il momento di dimostrarlo!
Noi come Fondazione siamo pronti a dare la massima collaborazione.
Fondazione Isola d'Elba