Il Tirreno, 18 giugno 2020
Sopralluogo del sindaco Montauti a Pianosa
Restauro della Villa dell'Agronomo
"Sarà pronta la prossima estate"
Lasciato alle spalle il periodo del lockdown ed entrati decisamente nella Fase 2 del Covid-19, si è riaperto il cantiere edile alla Villa dell'Agronomo a Pianosa e prima visita, sia pure del tutto informale, del primo cittadino di Campo nell'Elba, Davide Montuati, sotto la cui giurisdizione amministrativa ricade l'isola.Il sindaco ha voluto rendersi conto di persona come stessero procedendo i lavori. "Fra me e l'abitazione dell'agronomo - ha spiegato - c'è un legame prima di tutto affettivo e poi di studio molto stretto che ci unisce. Oltre a essere una vera eccellenza architettonica del nostro territorio insulare, su questo immobile ho fatto la tesi di laurea in Architettura, per cui l'ho dovuto studiare a lungo e fin da quei tempi ci si augurava un recupero e un riutilizzo della struttura in termini culturali e storici. Per tutto ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare per noi".
Ha fatto un po' da padrone di casa, aggirandosi durante la visita fra le stanze che conosceva bene e seguendo le restauratrici che dirigono i vari interventi perché tutto sia recuperato "a regola d'arte". "È comunque il Parco nazionale - ha continuato il primo cittadino di Campo - che per primo ha creduto in un'operazione di recupero architettonico della villa, investendo circa un milione e 500 mila di euro (in parte avuti da ministero dell'Ambiente, in parte dallo stesso parco), togliendola al degrado e all'abbandono cui pareva destinata". Così i quasi sessanta giorni di marzo-aprile di lockdown ha solo ritardato il cronoprogramma, per cui si ha ragione di ritenere una disponibilità e una riapertura dei locali al pubblico non prima del prossimo anno.
"Tutto questo non avverrà, se non a partire dalla primavera 2021 - ha precisato Giampiero Sammuri, presidente del Parco -. La cui destinazione finale è risaputa, un ecomuseo dell'agricoltura di Pianosa, sicuro punto d'interesse per tutti coloro che volessero visitare l'Isola del Diavolo e scoprire i suoi numerosi tesori ancora nascosti". Abitata fino ai primi anni '80 dall'agronomo di origini elbane Agostino Petri, a partire da questi anni la residenza aveva iniziato la parabola discendente. A volerla come l'ammiriamo oggi, furono i direttori che si sono succeduti sull'Isola a partire dalla seconda metà dell'Ottocento fino a tutto il Novecento. Si tratta un manufatto di pregio. Per capirne l'importanza bisogna inquadrarla nell'epoca in cui Pianosa era una colonia penale agricola per detenuti modello che potevano dedicarsi alle varie attività agricole e di allevamento su tutto il territorio pianosino, in semi libertà.
Insomma Pianosa era una struttura all'avanguardia non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. A darle l'assetto razionale delle produzioni e di tutte le attività colturali collegate, fu l'agronomo Giacomo Cusmano, un siciliano minuto, che considerava Pianosa come una piccola Sicilia per clima e vegetazione. Sul questo solco s'inserì Agostino Petri, che perfezionò il sistema, rendendolo fondamentale al lavoro dei detenuti e determinante per l'autosufficienza della colonia penale.