Il Tirreno, 19 dicembre 2021
"Abbattiamo il muro Dalla Chiesa che divideva in due l'Isola. Anzi, no. Abbelliamolo con un murales". La dichiarazione del consiglio regionale toscano, che si è proclamato favorevole a supportare economicamente l'iniziativa, fa insorgere l'associazione per la "Difesa di Pianosa". Di rimando Legambiente arcipelago toscano che si domanda che fine ha fatto il milione di ero stanziato sempre dalla Regione per abbatterlo.
Due proposte antitetiche l'una all'altra che ha avuto l'effetto di innestare la polemica. "La nostra associazione per la "Difesa dell'isola di Pianosa" - scrivono i soci - è contraria a questa iniziativa. Questo muro, inutilizzato anche ai tempi del carcere, rappresenta solo una ferita, che taglia in due l'isola. Una bruttura a livello estetico e paesaggistico e una pesante barriera ambientale. Oltre a deturpare una delle spiagge più belle dell'isola, il muro costituisce una barriera per la fauna e, inoltre, impedisce alla sabbia, che si genera per erosione nell'area della "ex colonia", di raggiungere la spiaggia, ostacolandone il ripascimento naturale e favorendone l'arretramento, già pesantemente agevolato dal cambiamento climatico".
Il muro fu edificato negli anni '70, quando Pianosa era il supercarcere d'Italia, per dividere la popolazione civile da quella carceraria. Quando fu eretto non si andò tanto per il sottile e non si prestò alcuna attenzione alle caratteristiche dell'ambiente circostante. Il muro trancia in due la Villa Romana di Agrippa e la sua ombra incombe sui resti romani.
"Siamo d'accordo con gli amici pianosini - scrive Legambiente -. Una richiesta già abbastanza assurda, visto che si sta parlando di un'infrastruttura fatiscente in un parco nazionale e che dovrebbe essere in realtà non abbellita, ma additata a simbolo insostenibile e inutile di uno spreco di denaro pubblico. È strano che a richiedere di ornare questo obbrobrio architettonico e ambientale sia la stessa Regione che nel 2013 aveva deciso di abbattere quello che definiva un ecomostro. Legambiente chiede di abbattere il muro e nel 2013 si era messa a disposizione per trovare il modo per smaltirlo al minor costo e nel miglior modo possibile. Questa politica senza memoria - conclude Legambiente - è il più grande ostacolo per le politiche ambientali".
Sul caso è intervenuto anche Davide Montauti. "Prima di fare un murales dovrebbero pensare che sta candendo a pezzi", è la lapidaria risposta del sindaco di Campo nell'Elba.
Luigi Cignoni