I fondali marini circostanti Pianosa sono certamente fra i più ricchi dell'Arcipelago Toscano.
Non soltanto perché le sue acque sono state protette dalla pesca indiscriminata da oltre 150 anni per la presenza del carcere,
ma anche per la particolare morfologia. Essi si approfondiscono dolcemente, tanto che la curva batimetrica dei -50 viene
raggiunta in media a circa 1500 m dalla costa.
Ciuffo branchiale di un serpulide
(Serpula vermicularis)
Un ambiente marino molto vario, rigoglioso di vita e di colori, dove le praterie di Posidonia oceanica (le piante che costituiscono "il polmone del Mediterraneo") sono molto vaste ed integre ed offrono un riparo sicuro a tantissime specie; fra esse si mimetizza il pesce ago (Syngnatus typhle), pascola la salpa (Sarpa salpa), cresce in abbondanza il più grande bivalve del Mediterraneo la gnacchera o pinna (Pinna nobilis) che raggiunge ragguardevoli dimensioni. Sul lato occidentale dell'isola, nel Golfo della Botte, ampie distese di sabbia con scogli sparsi e posidonia sono l'habitat preferito delle triglie di scoglio (Mullus surmuletus) che in branchi di decine di esemplari frugano il fondo con i loro barbigli. Da Punta Pulpito a Punta Libeccio, a profondità più ragguardevoli fra i 20 e 30 m, vicino alle pareti ricche di gorgonie (Eunicella cavolinii e, poco più in profondità, Paramuricea clavata) scorrazzano i dentici (Dentex dentex) molto numerosi e diffidenti. Il lato S dell'isola è invece caratterizzato da vaste spianate rocciose, spesso rivestite dall'alga bruna coda di pavone (Padina pavonica), ricche di anfratti, ambiente ideale per il sarago (Diplodus sargus sargus) vero re di questo mare e della murena (Muraena helena) dall'aspetto minaccioso. Nel mesolitorale (la fascia compresa fra i livelli di alta e bassa marea) di Punta Brigantina crescono numerose le lampate o patelle muraiole (Patella lusitaniaca) e Punta Secca nel mese di Maggio vede il "raduno" della granseola (Maja squinado) che raggiunge questi bassi fondi per la riproduzione, negli anfratti del litorale si nascondono, invece, bellissimi esemplari di Thais haemastoma, un gasteropode che raggiunge anche gli 8-9 cm di lunghezza con un'apertura dal vivacissimo colore arancione.
Cernia (Epinephelus guaza)
foto di Carlo Gasparri
Il tratto compreso fra Punta Secca e l'isolotto della Scola è forse uno dei più ricchi. Qui si staccano dal fondo numerosi picchi di roccia e su queste pareti ricche di spugne, fra cui spiccano i grossi cuscini della Spongia officinalis, si rinvengono frequentissime le argagoste (Palinurus elephas) e si nascondono le timidissime cicale o magnose (Scyllarides latus), vi aderiscono, seminascoste, le lime (Lima lima), nonché grossi esemplari di spondili (Spondylus gaederopus) e di arca di noè (Arca noae) entrambi spesso rivestiti dal manto rosso della spugna Crambe crambe. Nelle acque circostanti, "picchiettate" dalle castagnole (Chromis chromis) stazionano grosse cernie (Epinephelus guaza) e dentici, mentre poco più a largo incrociano, soprattutto da Agosto a Settembre, le ricciole (Seriola dumerili), esemplari che superano i 2 m di lunghezza, continuamente in cerca di prede. Nelle acque circostanti il paese sono frequenti i branchi di occhiate (Oblada melaneura) e nel porto vive un buon numero di anguille (Anguilla anguilla). Nella Darsena di Augusto, sotto i massi, non è difficile incontrare la stella serpentina (Ophioderma longicaudum) o numerosissime colonie di Cyclope donovani, un piccolo gasteropode (massimo 7-8 mm) dalla conchiglia lucida e con un motivo a forma di stella all'apice, mentre negli anfratti ombrosi si nascondono i pomodori di mare (Actinia equina). Sulla spiaggia di Cala S. Giovanni (la Spiaggiona) si rinvengono, spiaggiati, i gusci dei molluschi che vivono nell'antistante zona sommersa e fra essi spicca la rossa conchiglia del Clanculus corallinus, un piccolo Gasteropode. Le spianate di roccia di fronte ai Bagni di Agrippa, coperte di alghe, fra cui anche i curiosi ombrellini (Acetabularia acetabulum) sono l'ambiente preferito dai ricci (Paracentrotus lividus e Arbacia lixula), mentre il riccio melone (Echinus melo) staziona a profondità superiori ai 20-30 m. Poco più a N, a Cala l'Alga, nei primi mesi invernali, si portano sottocosta i calamari (Loligo vulgaris) per deporre le uova e alla Cala del Grottone le spigole (Dicentrarchus labrax) si nascondono fra i grossi massi sommersi al piede della falesia. Punta del Marchese è ricca di anfratti e grotte sommerse dalle ampie volte spesso ammantate di margherite di mare (Parazoanthus axinelle) nelle quali si rinvengono branchi misti di pesce costituiti, oltre che dai sempre presenti saraghi anche da grosse corvine o corvali (Sciaena umbra) e più in superficie da cefali (Mugil cephalus).
Margherite di mare (Parazoanthus axinellae)
su alghe rosse (Pseudolithophyllum expansum)
Per chiudere questo virtuale giro dell'isola si ricordano le colonie di grosse granite o cornetto comune
(Monodonta turbinata) che, soprattutto di notte escono a pascolare sui grandi massi del mesolitorale, al piede della falesia a gli Archi.
Comuni o abbondanti nel mare pianosino sono anche altri pesci, fra cui le giudole o donzelle (Coris julis), i coloratissimi tordi e verdoni
(Labrus spp e Symphodus spp), le perchie (Serranus scriba), gli scorfani nero (Scorpaena porcus) e rosso (S. Scrofa), le mendole (Spicara maena),
i ghiozzi (Gobius spp.) e ghiozzoni (Zosterisessor ophiocephalus), le innumerevoli bavose e, fra i crostacei il granchio corridore
(Pachygrapsus marmoratus) e il favollo (Eriphia verrucosa) pattugliano in gran numero le coste rocciose. Sempre più rari, purtroppo,
gli incontri con la testuggine (Caretta caretta) e gli avvistamenti di grossi cetacei, capodogli (Physeter catodon) e balenottere
(Balenoptera physalis) che, specialmente nei mesi autunnali, transitavano al largo della Scola, più comuni invece osservare i delfini,
soprattutto tursiopi (Tursiops truncatus) e grampi (Grampus griesus).