Bull. Socc. Bot. ital.,1902, pg. 37-38,
SEDE DI FIRENZE
ADUNANZA DELLA SOCIETA' BOTANICA ITALIANA
Il Segretario Baroni presenta un lavoro del socio Massalongo che ha per titolo
Sulla scoperta in Italia del Petalophillum Ralfsii Gott. - Comunicazione del dottore C. Massalongo.
Il giorno 11 Novembre p. p. ricevetti, dal nostro presidente sig. Stefano Sommier, varie epatiche vive da lui raccolte nell'isola di Pianosa, fra le quali alcune essendo sterili ed inoltre in uno stato di conservazione non buona, credetti opportuno di distribuirle in diversi vasi collo scopo che così potessero ulteriormente meglio svilupparsi e fruttificare. In uno di questi vasi venivano a trovarsi frammisti esemplari di Fossombronia caespitiformis e di Anthoceros dichotomus; un mese e mezzo dopo la Fossombronia sporificava, mentre l'Anthoceros sebbene mostri rigogliosa vegetazione e porti qua e là delle infioriscenze maschili, non accenna ancora a fruttificare. Circa otto giorni fa esaminando colla lente le piante coltivate nello stesso vaso, fui sorpreso dalla presenza di una epatica che nel portamento, colore e grandezza offriva una certa rassomiglianza colla Fossombronia caespitiformis in società della quale cresceva, però non portava delle radichette colorate in rosso, caratteristiche del genere Fossombronia. Esaminata più attentamente questa strana epatica riconobbi che essa era fornita di un vero tallo, sulla superficie anteriore del quale esistevano delle lamelle verticali, fra loro parallele e solo un poco divergenti verso il suo contorno, analogamente a quanto si verifica in talune specie del genere Gottschea. Per il complesso di questi caratteri credo che la epatica in questione, quantunque sia rappresentata da esemplari attualmente sterili, si debba riferire al rarissimo Petalophillum Ralfsii Gott., la quale determinazione verrà definitivamente riconfermata, qualora come è sperabile, arrivi ad ottenere la fruttificazione. Del genere Petalophillum si conoscono soltanto due specie: cioè il P. Preissii, trovato una sola volta in Australia (Drummond) e il P. Ralfsii, che fino ad ora ritenevasi esclusivo del Cornwall in Inghilterra (Ralfs, Curnow, Pearson), dell'Irlanda (Wilson) e dell'Algeria (Trabut), mentre adesso alle predette località, per questa specie, deve aggiungersi ancora l'isola di Pianosa. Questa scoperta dovuta all'infaticabile nostro presidente, oltre che viene ad arricchire di una gemme delle più preziose la Flora del nostro paese, è di una grande importanza anche dal punto di vista della geografia botanica e certamente delle più notevoli che si sieno fatte fra no in quest'ultimi tempi.
Il Consigliere Levier conferma trattasi realmente del Petalophillum Ralfsii. Anche egli mise in vaso zolle di terra di Pianosa, con Tessellina pyramidata, tra la quale richiamata la sua attenzione dal Chiar. prof. Massalongo, trovò in Febbraio alcune piantine del Petalophillum perfettamente riconoscibili, che mostra alla Società.
Il prof. Arcangeli dice che in seguito a questa importante scoperta converrebbe fare ricerche accurate nel Pisano e soprattutto nella Maremma, dove è probabile che si trovi pure il Petalophillum, e che a questo scopo incaricherà il dott. Barsali di rivolgere, durante le escursioni briologiche, alle quali si è dedicato, la sua attenzione anche a questa interessante specie.
Il socio Levier sugerisce di ricercare anche piante del genere Riella, l'unica località della Riella Notarisii, presso Pula nella Sardegna meridionale, non essendo stata ritrovata sino dai tempi di De Notaris, e non mancando, lungo il litorale dell'Italia continentale ed insulare, luoghi acquitrinosi adattati alla vita delle Rielle.